10.08.2025
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Fashion

Crocs, fine di un’era? Le azioni crollano del 30% (tra dazi e incertezze commerciali): previsto calo vendite dell’11%


Calano a picco le azioni dell’azienda statunitense di calzature Crocs: giù del 29,2%. I dazi imposti da Trump sembrano aver dato il colpo di grazia all’azienda, che già aveva dato i primi segni di cedimento: che sia la fine dell’era Crocs?

L’azienda, nota per la produzione di zoccoli e sandali in schiuma, per il trimestre dell’estate 2025 aveva previsto un calo dei ricavi compreso tra il 9% e l’11%: l’aria non era particolarmente buona, ma nessuno si aspettava un crollo del genere. Mai così basso dal 2011, quando, dopo anni in forte trend, l’azienda ha registrato il momento più nero della sua storia. Il trend si era invertito durante la pandemia di Coronavirus, quando forse la popolazione era in cerca di calzature più comode, da casa, e le «ciabatte in plastica» che avevano diviso tanti (chi le amava, chi le odiava) erano tornate di moda. 

I dazi di Trump spaventano Crocs

Non è un caso che questo crollo abbia coinciso con il giorno dell’entrata in vigore dell’ultima ondata di dazi. Crocs sembra essere particolarmente contraria ai dazi; l’azienda ha dichiarato di temere l’impatto negativo che potrebbero avere sulla redditività e ha lamentato «la continua incertezza derivante dall’evoluzione della politica commerciale globale e dalle relative pressioni sui consumatori». Secondo Susan Healy, direttrice finanziaria di Crocs, i dazi comporteranno una perdita di 40 milioni di dollari (29,8 milioni di sterline) nella seconda metà del 2025 e di 90 milioni di dollari su base annua, in base all’attuale mix di approvvigionamento dell’azienda: cifre non indifferenti.

Gli americani già riducono le spese

Non si tratta esclusivamente di conseguenze dirette, secondo quando ha detto l’amministratore delegato, Andrew Rees, a The Guardian. Ha affermato che, nell’area del Nord America ci sono «ampie prove» che alcuni consumatori siano diventati improvvisamente «estremamente cauti; non acquistano, non vanno nemmeno nei negozi e notiamo un calo del traffico». Secondo Rees, gli americani sono molto preoccupati per gli attuali e futuri aumenti dei prezzi. Tra inflazione in aumento, incertezza sulle politiche commerciali di Washington e una diffusa crisi del mercato del lavoro, gli americani stanno già iniziando a soffrire il clima post-dazi, secondo The Guardian. La crisi, però, sembra che si stia inizando ad abbattere anche su altri marchi: McDonald’s, Ralph Laurean ed HEYDUDE stanno già lamentando le prime avvisaglie, riporta la testata.


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