31.07.2025
12 Street, Rome City, Italy
Sports

quinto gol in pochi giorni e movimenti che convincono


KAISERSLAUTERN Prove di Roma. A Kaiserslautern finisce 1-0 e va bene così. Non per il risultato che lascia il tempo che trova ma per i passi avanti della nuova creatura di Gasp. Siamo a fine luglio ed è chiaro che un’amichevole del genere non poteva regalare il pathos di quando Totti, proprio al Fritz-Walter-Stadion, segnò nel 2006 il rigore che regalò all’Italia il pass per i quarti di un Mondiale poi indimenticabile. E nemmeno quando da queste parti giocavano gente del calibro di Klose, Ballack o tornando ancora più indietro nel tempo Brehme e Briegel. Ma nei festeggiamenti dei 125 anni del Kaiserslautern, nobile tedesca scivolata in serie B ormai da 13 anni (con parentesi anche nella terza serie), la Roma di Gasperini procede spedita. Ancora un successo, stavolta di misura dopo le prime goleade stagionali, che lascia intravedere più di qualche aspetto positivo. La squadra è ancora un cantiere — Wesley arriverà questa mattina e Ghilardi entro 48 ore — mancano ancora diverse pedine nello scacchiere ma sono bastati una decina di giorni di lavoro con il tecnico di Grugliasco per vedere una squadra diversa. È come quando anni fa, anche se avessero giocato senza numeri e con le maglie bianche, sarebbe bastato un attimo per riconoscere le squadre del primo Zeman. Stesso dicasi per Gasp. Lo ripetiamo, a scanso di equivoci: siamo ancora all’inizio di un lavoro ma il pressing alto portato dai tre attaccanti, coadiuvati a turno dall’ottimo Cristante o Koné, la marcatura a uomo dei tre centrali che quando salgono vedono uno dei due esterni stringere per completare il pacchetto arretrato, il centravanti (finalmente) che punta la porta, sono il marchio di fabbrica di questo signore, che andrà seguito, aspettato e aiutato ma che promette di regalare tante soddisfazioni. Così, con indosso l’inedita maglia verde che sa tanto d’Irlanda, proprio Ferguson si regala il quinto gol in pochi giorni. Forse il meno bello a livello estetico (sfruttando un pastrocchio con i piedi del portiere Krahk) ma il più importante perché simbolo del calcio aggressivo richiesto dal tecnico. Nella nuova Roma infatti gli avversari non fanno nemmeno in tempo a ricevere palla che i giallorossi sono tutti addosso, uomo su uomo, pronti alla riconquista. Ci sono delle pause, va bene, dovute ai carichi di lavoro ma la squadra ha già capito cosa vuole il suo allenatore. Proprio l’ex Brighton merita un capitolo a parte. Fossimo in Dovbyk inizieremmo a preoccuparci. E non per i quattro centri al Pomezia o la rete di ieri che comunque per uno che di mestiere deve fare gol fa sempre bene. Il ragazzone irlandese (che ha anche un bel caratterino) ha nelle corde quello che chiede Gasp ad un centravanti: guarda sempre la porta, gioca per i compagni, sa anche indietreggiare e far salire la squadra, è forte di testa e sa concludere con entrambi i piedi. In una parola, è completo. Poi non possono essere questi gli esami da superare ma il biglietto da visita in queste prime due uscite è a dir poco lusinghiero.

DA MIGLIORARE — Tutto bello e entusiasmante quindi? No e sarebbe strano il contrario. Qualcosa va certamente rivisto. Come quando la squadra perde il pallone alta, per un paio di volte il Kaiserslautern si è fatto tutta la metà campo: in un caso, dopo una triangolazione, Emreli ha tirato fuori. Nell’altro Mancini è ricorso ad un fallo di mestiere che soltanto il carattere amichevole del match ha fatto sì che l’arbitro Bauer sorvolasse. Sbavature che andranno corrette anche se Svilar alla fine non è mai stato impegnato (seppur graziato nella ripresa da un erroraccio da due passi di Prtajin, passato dietro a Celik). Anche davanti, Soulé si è visto a sprazzi (bella punizione e una conclusione dal limite nel primo tempo) quando ha giostrato a destra ma sia lui che Pisilli, spostati a sinistra, si sono un po’ persi nell’anonimato. A conferma che l’attaccante che chiede ancora il tecnico manca eccome a questa squadra. Poi, che sia Paixao, Tzolis, la chimera Nusa o Silva, paradossalmente poco importa. Serve uno di ruolo e non un adattato. Partita che ha avuto un senso tattico e logico sino al 60′ quando sono iniziate le sostituzioni che hanno snaturato la Roma mettendo però in mostra un buon Cherubini e la new entry El Ayanoui che dopo un errore iniziale si è ripreso e ha regalato un paio di accelerazioni che andranno approfondite.


© RIPRODUZIONE RISERVATA


Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]