22.07.2025
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Science

il record in negativo preoccupa i ricercatori


Aumentano i problemi all’Artico legati ai cambienti climatici. Come testimoniato dai ricercatori sul campo alle Isole Svalbard il caldo record ha colpito anche in inverno, fino a rendere quasi impossibile raccogliere neve fresca.

La spedizione

Donato Giovannelli, dell’università Federico II di Napoli, ha coordinato a febbraio 2025 una campagna scientificia alle Isole Svalbard. Il drammatico scioglimento dei ghiacci è stato raccontato in un articolo pubblicato su Nature Communication. «Stare in pozze d’acqua alla base del ghiacciaio, o sulla tundra spoglia e verde, è stato scioccante e surreale», ha spiegato James Bradley, dell’Università Queen Mary di Londra e primo autore dello studio, raccontando la missione che si è svolta in pieno inverno e che puntava a raccogliere campioni di neve fresca. «Lo spesso manto nevoso che ricopriva il paesaggio è scomparso in pochi giorni e l’attrezzatura che avevo messo nello zaino sembrava una reliquia di un altro clima».

Le difficoltà emerse

I ricercatori, erano partiti atrezzati per resistere al freddo estremo con strati termici, guanti spessi e piumini isolanti. Il gruppo si è però ritrovato a lavorare a mani nude sotto la pioggia. «L’obiettivo della nostra campagna di lavoro sul campo era studiare la neve fresca ma in un periodo di due settimane siamo riusciti a raccoglierne solo una volta, poiché la maggior parte delle precipitazioni è caduta sotto forma di pioggia», ha spiegato Laura Molares Moncayo, una delle coautrici dello studio. «Lo scioglimento inatteso dei ghiacci — ha aggiunto — non solo ha interrotto il nostro piano di campionamento, ma ci ha anche fatto dubitare della sicurezza e della fattibilità del lavoro sul campo invernale in condizioni così mutevoli».

La conferma delle previsioni

I modelli climatici prevedono alle Svalbard un riscaldamento da sei a sette volte superiore ai media globali e temperature invernali che aumenteranno quasi del doppio della media annuale.

Le testimonianze da parte dei ricercatori sul campo confermano gli studi. L’articolo sottolinea che il riscaldamento invernale nell’Artico non è più un’eccezione e mette in discussione l’immagine di un Artico costantemente ghiacciato in inverno. I dati raccolti dalla Nasa e dal National Snow and Ice Data Center (Nsidc) presso l’Università del Colorado a Boulder, mostrano come la copertura invernale di ghiaccio marino nell’ Artico ha raggiunto il livello più basso mai registrato, con un’estensione massima al picco annuale del 22 marzo 2025 pari a 14,33 milioni di chilometri quadrati (al di sotto del minimo precedente pari a14,41 milioni di chilometri quadrati nel 2017). L’Istituto Meteorologico Danese ha inoltre registrato sopra l’80esimo parallelo gravi ondate di caldo tra febbraio e marzo, con temperatura giornaliera di 15-20 gradi sopra la media del periodo.


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