Il Golden Power del governo nell’Ops di Unicredit su Bpm è nullo e ne serve un altro. In questa fase permane l’incertezza lamentata da mesi da Andrea Orcel fino a ventilare spesso la possibilità di recedere, con una situazione fluida che ha privato gli azionisti di Bpm, di beneficiare di un «miglioramento dell’Offerta», opzione per la prima volta ammessa chiaramente da novembre scorso. E oggi potrebbe arrivare la lettera della Commissione Ue con la posizione sulla legittimità dell’uso dei poteri speciali. In questo clima c’è chi ritiene che Consob, che monitora il mercato, potrebbe prendere l’iniziativa di sospendere nuovamente l’Ops, in scadenza il 23 luglio.
Unicredit ieri è tornato sulla sentenza del Tar di venerdì scorso, per «fornire chiarimenti inequivocabili» adducendo di voler presentare «i fatti come delineati dalla sentenza», giudicata positivamente perché accoglie il proprio ricorso». Per Gae Aulenti «il Golden Power è illegittimo, tanto da richiederne un altro», spiega l’istituto, e «la sentenza dimostra la fondatezza dei rilievi» in relazione alle incertezze applicative che hanno richiesto «al Tar quasi 100 pagine» (in realtà sono 71).
LE CRITICHE A BPM
Il contenuto evidenzia un distinguo rispetto a quanto affermato a caldo dal Mef («il Golden Power è valido, si faranno le correzioni del Tar»).
Entrando nel merito della decisione, di quattro prescrizioni «due sono state annullate: la predefinizione di un rapporto impieghi/depositi e il mantenimento sine die del projectfinancing»: il Tar ha eliminato la durata di cinque anni sul primo.
Per quanto riguarda Anima con l’obbligo di non toccare gli investimenti in Btp, «il Tar ha accolto e formalizzato la diversa interpretazione della prescrizione proposta dal Mef pochi giorni prima dell’udienza e presentata formalmente al Tribunale». Non «sussiste più un obbligo» ma c’è un riferimento a «una indicazione programmatica» a mantenere titoli italiani in Anima. «Il risparmio gestito da Anima non sarebbe stato in alcun modo pregiudicato, tanto meno per ragioni dovute all’origine “italiana” di questo risparmio», si legge nella sentenza che riporta la memoria di Unicredit.
Infine sull’obbligo di lasciare la Russia entro il 18 gennaio (dove opera AO Unicredit Russia) «prescrizione che non include i pagamenti, come specificato dal Mef», il Tar non è intervenuto, in quanto «la competenza a valutare la domanda è appannaggio della Bce e Unicredit sta ottemperando alle richieste Bce».
Infine l’ultima parte della nota è dedicata a Bpm di cui «non commenterà le specifiche dichiarazioni sull’Offerta né sull’uso anomalo di ogni iniziativa disponibile per ostacolarla, indipendentemente dal suo merito».
Gae Aulenti rileva che «la decisione finale riguardo al merito e all’attrattività di qualsiasi offerta dovrebbe spettare agli azionisti» che sono «stati esposti non solo all’uso illegittimo del Golden Power, insistentemente invocato da Bpm, ma anche a campagne ingiustificatamente aggressive e fuorvianti per screditare l’Offerta e l’Offerente». E infine i soci «potrebbero essere stati privati di un’opzione»: i termini dell’Offerta «avrebbero potuto essere già stati migliorati, se ci fosse stato un ordinato processo di Ops» Un ritocco del concambio di un’azione per ogni 1,75 azione Bpm con una componente cash.Venerdì scorso l’Ops aveva raccolto lo 0,14%.
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