La Commissione Ue tiene il punto: l’applicazione del Golden Power da parte del governo, che ha fissato prescrizioni all’acquisizione di Bpm da parte di Unicredit, «potrebbe violare l’articolo 21 del Regolamento Ue sul Mercato interno». Lo ha spiegato ieri il portavoce dell’organismo nel briefing quotidiano. Ora l’Europa attende le osservazioni del governo e poi formulerà il giudizio finale, tenendo presente il nuovo Dpcm. Pronta la risposta di Palazzo Chigi: «Il Governo italiano con spirito collaborativo e costruttivo risponderà ai chiarimenti richiesti così come già fatto in sede giurisdizionale dinanzi al Tar nei termini e con motivazioni ritenute già legittime dai giudici amministrativi». Come dire: l’esecutivo ha pieno titolo per varare un nuovo Dpcm sull’Ops che recepisca le indicazioni dei giudici.
Secondo l’Europa «la sicurezza pubblica costituisce, tra gli altri, un interesse legittimo ed è esplicitamente menzionata nell’articolo 21, paragrafo 4, del Regolamento Ue sul Mercato interno ma la Commissione ritiene, in via preliminare, che la giustificazione delle condizioni sia attualmente carente di motivazione e che la Commissione avrebbe probabilmente dovuto riesaminare il decreto prima dell’attuazione». La Ue fa capire che avrebbe voluto ricevere la notifica subito.
La posizione Ue è, da un lato, un atout a favore di Unicredit che ha incassato l’accoglimento del ricorso da parte del Tar (da cui, secondo Gae Aulenti, è emerso che il Dpcm è illegittimo e andrà riscritto) ma dall’altro allunga ancora i tempi.
Il tema della sicurezza pubblica era già emerso il 17 aprile nella lettera di risposta del Mef alla Ue nelle fasi preliminari della procedura. L’Italia appunto, non ha notificato il Golden Power a Bruxelles ritenendo di avere titolo a intervenire «per il mutato scenario geopolitico conseguente alla guerra a Kiev, che impone una diversa interpretazione del concetto di «sicurezza pubblica» declinato tenendo conto anche «di parametri di carattere economico ed industriale», diceva la missiva. Riguardo la nazionalità di Unicredit, altro punto controverso, «il 63% dell’azionariato è composto da investitori extra-europei», sottolineava il Mef.
La valutazione preliminare della Commissione europea «rileva inoltre che il decreto potrebbe essere incompatibile con altre disposizioni del diritto dell’Ue, tra cui quelle sulla libera circolazione dei capitali e sulla vigilanza prudenziale da parte della Bce». Nella lettera di ieri l’Europa invita il governo «a presentare le proprie osservazioni» e «in base alla risposta dell’Italia, la Commissione valuterà i prossimi passi».
LA TENTAZIONE
Dalla maggioranza reazioni diverse. «La Ue ha cose più importanti delle quali occuparsi, non rompa le scatole al governo italiano», ha detto Matteo Salvini. Mentre Antonio Tajani riconosce che «questa è materia di competenza anche dell’Unione Europea».
Il regolamento europeo sulle concentrazioni assegna alla DgComp, nel procedimento sulla concorrenza, il potere di stabilire se, eventuali leggi degli stati membri, rientrino o meno nell’ambito della sicurezza nazionale. Il governo italiano ha prontamente aperto al dialogo con l’Europa, senza rinunciare alle proprie prerogative sulla sicurezza nazionale.
Permanendo questa incertezza legata al dialogo con la Ue e al varo di un nuovo decreto sul Golden Power, la Consob potrebbe imporre una nuova sospensione o una proroga dell’Ops. Sempre che, in un cda a breve, Andrea Orcel voglia proporre di ritirarsi, come diceva fino ad alcuni giorni fa per le incertezze che rimangono.
La contesa di Bpm ha un convitato di pietra: il Credit Agricole che ha chiesto a Bce di salire al 29,9% di Piazza Meda. Il titolo ieri si è avvantaggiato dall’interpretazione della lettera Ue, potrebbero riaprirsi i giochi sugli assetti. Le azioni hanno chiuso a 10,54 euro (+ 5,19%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this