Sul tavolo del governo per la prossima legge di Bilancio c’è l’ipotesi di una nuova maxi deduzione da oltre 2.500 euro per le mamme lavoratrici. Un super sconto fiscale ottenibile magari spostando le risorse (e quindi sottraendole) da single e uomini più facoltosi. D’altronde i livelli di natalità raggiunti dall’Italia sono un problema. Lo sono per i conti pubblici e per la sostenibilità futura del sistema previdenziale. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, pensa così a una misura che può aiutare chi ha figli in modo più forte di quanto fatto finora con l’Assegno unico e altri interventi. Anche perché per le mamme lavoratrici con due figli quest’anno il bonus mamma non è ancora arrivato e scatterà con una una tantum da 480 euro solo per quelle con reddito fino a 40mila euro (ma on estensione a precarie e autonome).
Super detrazione per le mamme lavoratrici
I margini, però, sono stretti. L’Italia deve mantenere il suo percorso di contenimento della spesa pubblica concordato con la Commissione europea. Le uscite correnti non potranno aumentare più dell’1,5% del Pil. E poi ci sono da finanziare le spese per la difesa dopo l’accordo in sede Nato che impone di far aumentare i costi per la sicurezza dall’attuale 2% del Pil fino al 5% nei prossimi dieci anni. Si tratta di diversi miliardi l’anno. Non solo, l’esecutivo per ora non vuole introdurre nuove imposte sui grandi patrimoni o tasse sugli extraprofitti di banche, assicurazioni o società energetiche.
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