09.07.2025
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Sports

Sinner si salva per il ritiro di Dimitrov, sfiderà Shelton. Cobolli da urlo, è ai quarti contro Djokovic


Lassù Qualcuno lo ama. Un infortunio alla spalla stoppa clamorosamente Grigor Dimitrov avanti 6-3 7-5 2-2 contro Jannik Sinner negli ottavi di Wimbledon: «Non mi sento un vincitore, Grigor meritava di passare il turno». Il numero 1 del mondo, già in serata-no contro uno dei bracci d’oro del Tour, sia pur appesantito da età, acciacchi e delusioni, accusa già al primo game un infortunio al braccio destro che lo frena palesemente al servizio e nel dritto un po’ per il dolore reale, un po’ per la terribile preoccupazione di avvertire dolore, e quindi frenato nella sua al solito oliatissima ed efficace azione da fondo.

Così, il Profeta dai capelli rossi, sul trono ATP da 56 settimane, perde senza colpo ferire il primo set per 6-3 e, malgrado recuperi break nel secondo sul 5-5, lo riperde subito, concedendo anche il secondo parziale per 7-5. Circostanza davvero insolita per il campione altoatesino che, dagli US Open di settembre, ha dominato il tennis fino al forzato stop di 3 mesi comminatogli dalla Wada per responsabilità oggettiva del suo staff nella nota vicenda doping. Dal rientro di Roma, di maggio, Jannik s’è arreso due volte sulle sue superfici meno vincenti, terra ed erba, anche al Roland Garros al rivale diretto a vertice, Carlos Alcaraz, e quindi sul verde di Halle contro Bublik e ora di Wimbledon contro il bulgaro più vicino che mai al suo idolo e ispiratore tecnico, Roger Federer. E, pur favorito da un intervento del fisioterapista per massaggiargli il braccio e da 10 minuti di pausa per la chiusura del tetto non riesce a recuperare finché l’avversario che ultimamente sta accusando un ritiro dietro l’altro, non alza bandiera bianca. Jannik ai quarti affronterà Shelton.

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COBOLLI E SHELTON

Intanto c’è comunque un nuovo bum del Rinascimento italiano. Ma non sorprendetevi. Questi ragazzi terribili del tennis sono così. Vanno talmente di fretta che hanno spedito in pre-pensionamento la generazione Anni 90 di Medvedev, Zverev, Rublev e Tsitsipas sciogliendogli in bocca il sapore del post Fab Four. Sono talmente pronti, sicuri e spavaldi, i ragazzi del 2000 da andare in campo, come il 24 del mondo, il 23enne Flavio Cobolli, ai primi ottavi Slam, su una superficie virtualmente ostica come l’erba, e buttare all’aria come se niente fosse l’esperienza, la potenza, la rabbia repressa di un ex campione Major e altre due volte finalista come il 36enne Marin Cilic, qualificandosi per 6-4 6-4 6-7 7-6 ai quarti contro il 38enne Novak Djokovic. Sono talmente decisi a scalare la classifica, da sfruttare l’enorme potenziale di tiri mancini da attaccante potente e fantasioso, e da atleta veloce e reattivo, come il 10 del mondo, il 22enne yankee Ben Shelton, da sfaldare infine l’intelligente muro dell’ottimo Lorenzo Sonego per 3-6 6-1 7-6 7-5, stoppandolo negli Slam come già a Melbourne e a Parigi: «Ogni volta è dura contro di lui, mi risponde sempre alla grande e serve molto bene e non ti dà due volte la stessa possibilità».

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Entrambe, Flavio e Ben, nel nome del padre ex pro della racchetta, Stefano e Bryan, oggi loro coach. Cobolli è colpito, certo, dall’impresa: «Era un sogno sin da bambino, da quand’ho iniziato a giocare a tennis. E’ un giorno che non dimenticherò, sono particolarmente orgoglioso della mia attitudine in campo». E’ anche una conferma, un altro stadio di crescita: «In famiglia tutti mi dicevano che sono freddo e insieme elettrico e sono nato per giocare queste partite». E’ un attestato di qualità: «Amo giocare contro i grandi giocatori, contro le leggende del nostro sport e su questi palcoscenici, amo Wimbledon e l’erba». Ma, allenatissimo, soprattutto di testa, afferma: «Sin dal primo punto credevo di poter vincere». Che cozza contro il: «Mi ha sorpreso, non pensavo potesse arrivare ai quarti», di papà. Che a inizio anno ha dovuto prenderlo di petto Flavio: «Confesso non mi piace allenarmi tanto». Sembra che l’abbia capito. Anzi, il ragazzo è già oltre: «Nei quarti voglio solo godermi la giornata, il pubblico, voglio essere positivo come al primo turno, voglio giocare il mio gioco, non voglio pensare all’avversario, voglio divertirmi a ogni colpo». Contro Nole I di Serbia ha perso l’anno scorso 6-1 6-2 a Shanghai.

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E il primatista di 24 Slam dimostra di aver ritrovato tutte le risposte anche contro un Alex de Minaur pur bravissimo e per una volta anche coraggioso e determinato, rimontando dopo l’1-6 iniziale e poi da 1-4 al quarto set. Davanti all’ex rivale Roger Federer in tribuna, cui cerca di soffiare anche il record degli 8 urrà a Wimbledon: «A volte vorrei servizio, gioco di volo e tocco elegante di quel gentiluomo, invece devo ancora correre tanto».

FREDDEZZA

Il “Cobbo” che nei primi due set mette a nudo con personalità e super risposte di rovescio i limiti di spostamento e di dritto di Cilic, è un Cobbo che ha la stoffa da top 10. «Mi ha favorito il campo 2, più lento degli altri grandi campi». E il Cobbo che perde il delicatissimo terzo set al tie-break, peraltro con doppio fallo, vacilla proprio quando il gigante bosniaco ritrova servizio e rovescio di quand’era uno dei pochissimi a vincere anche contro i Fab Four? E’ un campione di resilienza e freddezza, che rischia la fuga, resiste, ma poi cede la battuta, la recupera subito, va 6-6, torna sotto, scatta ancora con freddezza. «Sono pieno di emozioni», sostiene, ma sembra controllato anche nell’ebbrezza.

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