Appuntamento all’aeroporto di Fiumicino alle 10:15. Qualche minuto di ritardo ci sta (non dell’aereo, quello ha toccato terra puntuale). Il tempo di prendere le valigie. Poi spunta Lorenzo Insigne insieme a tutta la famiglia, di rientro in Italia dopo i tre anni in Canada, a Toronto. Sorridente, già abbronzato al punto giusto e soprattutto molto disponibile nonostante ci sia un altro aereo in partenza per le meritate vacanze. Ha voglia di parlare, di far conoscere a tutti il suo prossimo obiettivo: tornare a giocare in Italia, magari con la maglia della Lazio visto il rapporto speciale con Maurizio Sarri.
Bentornato Insigne, intanto come sta?
«Sto molto bene. Contento e sereno di essere in Italia».
È tornato per restarci?
«Sì, è quello che voglio. Ho un procuratore che sta lavorando alla cosa e vediamo che succede. Deciderò non solo per il mio bene ma anche per quello della mia famiglia».
E dove? Ci sono già delle voci che la vogliono nel mirino di alcune squadre.
«Di mercato dico la verità non so nulla. Se ne occupa il mio agente e lui, fin quando non ha qualcosa di concreto in mano, non mi fa mai sapere. E per ora non mi ha detto proprio niente. Per adesso aspettiamo. Ma la priorità è rimanere qui: ho una voglia matta di tornare a giocare in Europa».
Però si è parlato con molta insistenza della Lazio visto che c’è Sarri.
«La Lazio ha il blocco del mercato, quindi è inutile fasciarsi la testa (i biancocelesti lo potrebbero tesserare o a gennaio oppure a novembre, qualora arrivasse prima- una decisione sullo sblocco, ndr). Sono dinamiche sulle quali non spetta ovviamente a me decidere. Però per me tornare a lavorare con Sarri sarebbe un piacere e un onore. La situazione al momento è complicata come sanno tutti, vedremo».
Quindi ci sta dicendo che nel caso aspetterebbe la società biancoceleste?
«Parlo così perché io apprezzo il mister come persona e come allenatore. Sono stato bene con lui. E nella vita bisogna sempre sedersi a tavolino prima di decidere. La scelta migliore solamente in questo modo la puoi fare».
Pensa anche alla possibilità di un ritorno in azzurro? Adesso c’è Gattuso, lo ha sentito?
«Con Gattuso ho un grandissimo rapporto, mi sono trovato benissimo quando è stato il mio allenatore al Napoli e anche dopo siamo rimasti in contatto. L’ho chiamato per fargli i miei complimenti nel momento in cui è stato nominato commissario tecnico. È una persona squisita. Vedremo sicuramente un ottimo lavoro perché è uno che dà tutto. E comunque la maglia azzurra l’ho sempre sognata da bambino. Spero di tornare a indossarla presto perché è da molto tempo che non lo faccio. Però per essere chiamato mi devo concentrare al massimo sulla mia nuova avventura e fare bene. Il resto poi verrà da solo».
Tre anni a Toronto sono davvero tanti. Come sono stati? Ci fa un bilancio?
«A livello calcistico non è andata come sognavo, però l’importante è che adesso sto bene fisicamente e pronto per una nuova sfida. Ma ormai questi tre anni sono passati e direi che sono volati. Ci hanno accolto benissimo e abbiamo conosciuto delle persone fantastiche in una città stupenda. E con molte di loro continueremo ad avere rapporti. È stata un’esperienza».
Qui il Napoli, nel frattempo, ha vinto due scudetti.
«Sono contentissimo per i successi perché sono il primo tifoso. Ho festeggiato a Toronto con i miei cari perché è giusto così. Essere lontano non è stato semplice. Spero possano continuare su questa scia».
C’è una cosa che le è mancata di più in questo lungo periodo di assenza?
«La mia famiglia, soprattutto. È dura stare lontano».
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