Conti in ordine e sistema previdenziale pubblico in equilibrio. Gabriele Fava, presidente dell’Inps può mostrare ottimismo una volta ascoltata la relazione del Civ, il comitato di indirizzo e vigilanza dell’Ente previdenziale, sul rendiconto 2024.
«Si conferma una tenuta complessiva del sistema che comunque, in prospettiva, si dovrà misurare con le trasformazioni demografiche, tecnologiche e del mercato del lavoro», ha commentato il presidente del Civ, Roberto Ghiselli, passando in rassegna i numeri dell’istituto.
I DATI
Il bilancio dello scorso anno è stato chiuso con un saldo positivo di 15 miliardi, un risultato economico di esercizio positivo per 1,02 miliardi e con un avanzo patrimoniale netto che sale da 29,78 a 35,31 miliardi.
Il bilancio dell’istituto indica che sono stati stanziati più fondi per l’occupazione e meno per la povertà. La spesa previdenziale ha invece subito l’effetto dell’inflazione.
Le uscite ammontano in totale a 558,12 miliardi, di cui 417 miliardi per prestazioni istituzionali, cresciute del 4,9%. In particolare la spesa per pensioni previdenziali è aumentata del 5,4%, ossia di 16,4 miliardi, arrivando complessivamente a quota 320,59 miliardi. Un incremento che «deriva quasi per intero», spiega il Civ, «dalla rivalutazione delle pensioni a fronte dell’impennata inflazionistica registrata l’anno precedente (5,7%)». A crescere sono state anche le spese per il sostegno al reddito, salite a 18,9 miliardi, con l’aumento dei trattamenti di disoccupazione e di integrazione salariale. Per l’assegno di inclusione lo scorso anno sono invece stati erogati poco più di 4,4 miliardi, cui aggiungere altri 260 milioni per il Supporto formazione lavoro. Cala invece a 30 milioni il conto del Reddito di cittadinanza, da circa 6 miliardi che la misura era arrivata a costare negli anni passati.
In crescita del 10% quanto destinato a erogare l’assegno unico per i figli e sono aumentate di 1,2 miliardi le prestazioni di invalidità civile.
Dal lato delle entrate l’Istituto nazionale di previdenza ha registrato una crescita del 5,5% di quelle contributive, che hanno raggiunto quota 284 miliardi. E in parallelo crescono anche, del 9,7%, i trasferimenti dalla fiscalità generale, saliti a 180,7 miliardi. Un trend che si ripete
Nell’arco dei dieci anni infatti se i contributi hanno marciato al ritmo del 34%, il contributo dello Stato ha conosciuto un balzo del 83%.«Se è vero che la nostra società sta invecchiando, è altrettanto vero che la giovinezza di un Paese non dipende dall’età anagrafica dei suoi cittadini. Dipende dalla capacità di rimettersi in movimento», ha aggiunto ancora Fava.
IL PROTOCOLLO
Intanto ieri l’Inps ha siglato con la Corte dei conti un protocollo che dovrà permettere di evitare che siano erogati prestazioni e servizi in modo indebito a chi non ne ha bisogno. L’accordo vuole favorire lo scambio di informazioni tra le due istituzioni, anche «agendo da deterrente nei confronti dei funzionari che, a ogni livello, si occupano dell’attività amministrativa propedeutica all’erogazione degli assegni».
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