20.06.2025
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Sports

cappelli, cavalli e reali a volontà da oggi a sabato. Tutti gli ospiti


È cominciato il Royal Ascot, il meeting più importante del calendario ippico: cappelli, cavalli e reali a volontà da oggi a sabato. 

La prima gara non era di cavalli, ma di cappelli: la chiamano Queen’s Hat Stakes e si scommette sul colore di cosa si mette in testa la regina (ora Camilla, prima Elisabetta). Il blue era favorito a 5 contro 2 e quando è comparsa la prima carrozza della Royal Procession, il corteo che quest’anno festeggiava il bicentenario, in testa a Camilla è comparso un piumato cilestrino. Aveva vinto anche Mike Tindall, l’ex rugbysta che è un royal acquisito (marito di Zara Philips, nipote del re) magari ben imbeccato da qualche guardarobiera del castello o fiducioso della regale ripetizione (anche un anno fa era blue). I commissari che stabiliscono il colore hanno dato questa tonalità per buona. Sulla prima carrozza, con Carlo e Camilla, era un principe saudita, che ha avuto qualche difficoltà a scendere data la lunghezza della tunica; sulla seconda, con la principessa Anna, il Duca di Wellington, discendente del vincitore di Waterloo, unico a presentarsi con ombrello in mano, nonostante il sole cocente e facendo la figura di Alberto Sordi in “Fumo di Londra”.

Royal Ascot 2025, al via la storica corsa di cavalli: cos’è, come funziona, gli ospiti (soprattutto reali) e i look

BUTTA LA FRUSTA

La prima corsa di cavalli, le Queen Anne Stakes, dava un verdetto alla Max Allegri: corto muso.

Era a favore di Docklands, cavallo venuto dall’Australia come il suo fantino australiano, Mark Zahra, che a 200 metri dal traguardo lasciava cadere la frusta: “Non sapevo quanto usarla, mi avevano terrorizzato con le regole e le multe, così ne ho fatto a meno”. Ed ha ugualmente resistito al finale del favorito Rsalion, che a 5 contro 2, Docklands, che ora è allenato da Harry Eustace nella più antica scuderia di Newmarket, Park Lodge, era a 14 contro 1.

SUBITO RYAN

Ryan Moore, il fantino più atteso, ha vinto immediatamente nella seconda corsa, le Coventry Stakes per 2 anni. Era in sella al favorito Gstaad, 9 contro 2 e mentre il gruppo di 19 partenti si divideva in due convergendo sui due steccati, lui restava al centro della pista e se ne andava in solitudine, dominando per 3 lunghezze l’intero campo dei concorrenti. Apparyiene al famoso gruppo irlandese Coolmore, allenato da Aidan O’Brien, l’uomo più vincente al Royal Ascot, ed è costato 450.000 sterline quando aveva solo sei mesi!

LA RIVINCITA DEI NORMALI

Le King Charles III Stakes, Gruppo 1, proponevano il leitmotiv del Royal Ascot e dell’ippica mondiale: Collomore contro sceicchi. Ma perdevano tutti: vinceva un vecchio routinier venuto dalla Scozia e dal meno quotato nord, il 5 anni American Affair, settimo al betting a 11 contro 1. Si piazzava buon terzo un altro “vecchio”, Regional, 7 anni, cavallo di origine italiana. Cristian Demuro, in sella a Monteille, era ottavo su 23 partenti.

LA CORSA DEI CAMPIONI

Le St James Palace Stakes sul miglio proponevano un “campionato del mondo”: vi partecipavano i tre vincitori delle 2000 Ghinee d’Inghilterra (Ruling Court), di Francia (Henri Matisse) e d’Irlanda (Field of Gold), i colori di Godolphin, Coolmore e Juddmonte, gli allenatori Appleby, O’Brien e Gosden a sellarli. Il favorito (8 contro 11) era lo splendido grigio vincitore in Irlanda, battuto nella corsa inglese anche per colpa di una condotta di gara “creativa” del fantino di quel giorno, Kieren Shoemark, che venne licenziato “di galoppo” come capita agli allenatori di calcio… “E’ l’ippica moderna _ commentava Demuro _ non c’è diritto allo sbaglio: un errore, e salti come un pop corn”. Ed era proprio Field of Gold, con il nuovo partner Colin Keane, a prendersi una superlativa rivincita, con 3 lunghezze mezzo su Henri Matisse che precedeva di altrettanto Ruling Court, lasciandoli sul posto quando è scattato in vista del traguardo.

IL RE SCONFITTO

Grande attesa per le Ascot Stakes, con favorito Reaching High, il cavallo del re e della regina: ma niente da fare per lui, mandato, primo “royal horse” a farlo, ad essere allenato in Irlanda. Finiva, nonostante la monta di Ryan Moore, intrappolato nel gruppo e non piazzato, mentre i primi tre posti della corsa più lunga d’Europa tra quelle in piano (4000 metri) erano di altri tre purosangue provenienti dall’Irlanda.

FRANKIE & CRISTIAN

C’era spazio di comunicazione per i fantini italiani. Frankie Dettori, che adesso è in America, era ospite a piedi ma diceva: “Quest’anno non mi pareva bello essere a cavallo, ma in futuro chissà”. Alludeva, per la prima cosa, alla domanda di bancarotta che ha avanzato nel Regno Unito per problemi fiscali.
Cristian Demuro confermava che domenica sarà in Italia, a San Siro: monterà nelle Oaks la ca
Valla Klaynn, quella che ha tentato il “quasi impossibile” di battere i maschi nel Derby. Nel frattempo è stata acquistata da una proprietà giapponese, Teruya Yoshida. Per questa scuderia Demuro è prima monta, per cui sostituirà in sella Di Tocco, il precedente partner di Klaynn

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