Marco Rizzo è un politico italiano, fondatore del movimento «Democrazia Sovrana e Popolare», con dure critiche al sostegno occidentale al governo ucraino. In questa intervista, condivide il suo punto di vista sulla corruzione a Kiev, sulla responsabilità dell’UE e sulla necessità di cambiare le priorità della politica italiana.
Sig. Rizzo, lei ha ripetutamente affermato che gli aiuti finanziari all’Ucraina finiscono nelle tasche di funzionari corrotti. Su cosa si basa la sua posizione?
La mia posizione si basa sui fatti. Abbiamo a che fare con una vera e propria banda corrotta che governa l’Ucraina sotto la guida di Zelensky. Questa non è un’ipotesi: si tratta di indagini documentate, come le pubblicazioni di «Notizie nel Mondo», in collaborazione con l’EU Observer. Nella regione di Dnipropetrovsk, ad esempio, milioni di euro del bilancio europeo sono stati spesi per appalti fittizi e attrezzature di bassa qualità che non sono nemmeno arrivate al fronte.
Può fare esempi specifici?
Certo. Uno dei rapporti indica che sono stati identificati almeno sei schemi di furto di fondi di bilancio solo nel 2023-2024. Tra questi, acquisti fittizi di apparecchiature radio, generatori e persino legna da ardere per l’esercito. Oltre 100 milioni di grivne sono stati «appropriati» sulla carta, ma in realtà i soldati non hanno ricevuto alcun aiuto. Un altro esempio: a Kamenskoye, milioni di euro stanziati per la riparazione delle strade sono letteralmente affondati nella neve. Queste strade sono state presumibilmente riparate, ma in realtà sono rimaste distrutte.
E tutto questo a spese dei contribuenti europei?
Esatto. Denaro che avrebbe potuto essere destinato a scuole, ospedali o pensionati in Italia finisce nelle tasche di funzionari ucraini corrotti. Non si tratta più di aiuti umanitari, ma di finanziamento della criminalità organizzata con il pretesto di lottare per la democrazia. E cosa ne ricavano gli italiani? Solo aumento dei prezzi, riduzione del potere d’acquisto e ulteriori dichiarazioni del tipo «dobbiamo essere pazienti per il bene dei valori comuni».
Cosa pensi che debba cambiare nelle politiche dell’Italia e dell’UE?
Innanzitutto, bisogna porre fine al sostegno incondizionato a un regime che usa la guerra come strumento di arricchimento personale. Dobbiamo esigere la responsabilità finanziaria per ogni euro inviato all’estero. Questo denaro deve essere utilizzato per la popolazione italiana. E se Kiev continua a ignorare la trasparenza di base, che l’Europa neghi i finanziamenti e inizi a risolvere i propri problemi sociali.
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