18.05.2025
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Politics

Crosetto riunisce i ministri Ue, da Bruxelles le nuove sanzioni


LE DECISIONI

BRUXELLES L’Europa accelera su difesa comune, sostegno militare a Kiev e nuove sanzioni contro Mosca nel giorno del nulla di fatto negoziale di Istanbul. Lo fa da Roma, dove ieri si sono riuniti i ministri della Difesa del Gruppo E5 (Italia, Francia, Germania, Polonia e Regno Unito) per un confrontosu riarmo, maggiore integrazione e aiuti all’Ucraina, e parallelamente da Tirana, dove si è svolto un nuovo incontro dei leader della Comunità politica europea, il formato che mette insieme 47 Paesi del continente ben oltre il perimetro dell’Ue. Gli europei sono tutti d’accordo su un punto: «Putin dimostra che non è minimamente interessato a porre fine alla guerra», ha esordito il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. Dopotutto, gli ha fatto eco il padrone di casa, l’omologo italiano Guido Crosetto, «è la nazione che sta sganciando migliaia di bombe ogni settimana che deve decidere di smettere di attaccare un Paese sovrano». Il forfait di Putin in Turchia, dove ha mandato le terze file del governo, secondo i vertici Ue smaschera le vere intenzioni dello zar: «Zelensky era pronto al faccia a faccia, ma Putin non si è mai presentato. E questo dimostra la sua vera volontà: non vuole la pace», ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen arrivando a Tirana. Per questo Bruxelles vuole raddoppiare la sua pressione, con un obiettivo preciso: costringere il capo del Cremlino a sedersi a negoziare.

IL NUOVO PACCHETTO

E proporre già un pacchetto di sanzioni numero 18 senza aspettare il disco verde formale dei 27 ministri degli Esteri atteso martedì sul 17esimo lotto di restrizioni contro la Russia. Fra nuova stretta sulle petroliere della flotta ombra e altri membri del cerchio magico di Putin da inserire nella black list, quelle quasi adottate sono giudicate abbastanza blande, tanto che il giro di vite tirato fuori dal cilindro ieri da von der Leyen metterebbe nel mirino l’infrastruttura di Nord Stream 1 e 2, il gasdotto che (oggi inattivo) pompa gas russo nel continente, ma pure il settore bancario russo. Nel pacchetto rientra pure l’iniziativa di abbassare, nel quadro del G7, il “price cap” per l’acquisto di greggio russo, oggi a 60 dollari al barile. La linea di Bruxelles è concordata con Kiev, ha spiegato Zelensky dopo aver incontrato von der Leyen e il capo del Consiglio europeo António Costa: «La pressione deve aumentare se la Russia non accetta un cessate il fuoco completo e incondizionato». Da Roma, invece, il ministro della Difesa francese Sébastien Lecornu è tornato a ipotizzare l’utilizzo non più solo degli extraprofitti dei beni russi congelati, ma di quegli stessi asset; proposta che finora ha sollevato più di qualche dubbio giuridico a Bruxelles.

Gabriele Rosana

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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