14.05.2025
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Economy

Ilva, vendita a rischio col sequestro dell’altoforno 1


Evoca la chiusura e lo smantellamento dell’Ilva di Bagnoli il ministro delle Imprese Aldolfo Urso. È la prima volta che fa un accostamento così forte e netto tra la fine del siderugico di Napoli (nel 1990) e l’ex Ilva di Taranto. Urso ne parla nel capoluogo ionico mentre inaugura il Tecnopolo mediterraneo per lo sviluppo sostenibile con la ministra dell’Università Anna Maria Bernini. E lo fa riferendosi al sequestro, senza facoltà d’uso, disposto dalla Procura ionica dell’altoforno 1 dopo l’incendio di una tubiera del 7 maggio scorso. Di fatto il sequestro non ha solo conseguenze produttive, ma incide sulle trattative per la vendita dell’ex Ilva agli azeri di Baku Steel: in sostanza finché sarà in vigore il sequestro probatorio, l’altoforno 1 non potrà essere venduto. «Se il sequestro dell’altoforno — spiega il ministro — prevederà anche l’inibizione all’uso dovremo necessariamente aspettarci un forte numero di lavoratori in cassa integrazione e una riduzione significativa della produzione. Ma se il provvedimento inibirà anche la manutenzione degli impianti che deve essere effettuata nelle prossime ore, compromettendo per sempre il ripristino dell’altoforno, potete immaginare quali possono essere le conseguenze. E’ chiaro che se qui si crea un’altra Bagnoli finirà come a Bagnoli». L’auspicio del ministro insomma, è che questo non accada.

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