13.05.2025
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Prevost accetta l’invito della curia. Ma la dimora papale dovrà essere ristrutturata


È difficile che Leone XIV possa ignorare le precise richieste che si sono ascoltate, chiare e forti, all’interno delle Congregazioni Generali, nei giorni precedenti al conclave. Diversi cardinali, nella disamina sullo stato generale della Chiesa, a tal proposito, hanno tirato in ballo anche la questione della dimora papale, facendo notare all’assemblea che occorre recuperare la tradizionale residenza pontificia nel Palazzo Apostolico come è sempre stato fino all’arrivo di Francesco, il quale, tra le varie anomalie, ha terremotato anche questo simbolo. E forse già da oggi Prevost potrebbe traslocare lì.

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LE CRITICITÀ

La dimora – chiamata semplicemente l’Appartamento con la A maiuscola – venne dismessa dodici anni fa e da allora nessuno ci ha più rimesso piede. In questo lasso di tempo l’incuria ed, evidentemente, una scarsa manutenzione esterna hanno prodotto danni evidenti e di una certa consistenza, alcuni dei quali visibili persino ad occhio nudo. Per esempio il sospetto di una brutta infiltrazione d’acqua dal tetto (dove ormai crescono rigogliose fila di infiorescenze gialle) o forse un tubo rotto. Fatto sta che in corrispondenza delle due finestre della cucina, il cornicione di travertino di Clemente VIII Aldrobrandini si sta tristemente distaccando e così, a fine marzo, erano stati mandati velocemente due operai a tamponare il disastro con una rete di protezione ma solo per evitare che cadere di sotto pesanti pezzi di marmo. L’umidità rilevata dai tecnici, secondo quanto si apprende, era stata anche oggetto di diverse segnalazioni agli uffici tecnici competenti, sia in Governatorato che in Segretaria di Stato. Tuttavia non hanno avuto seguito in piani di intervento adeguati e di recupero sostanziali.

Un po’ come è accaduto anche per la Sala Regia – la magnifica sala accanto alla Sistina — dove per evitare che continuassero a cadere pezzi di stucco (sempre a causa dell’umidità) è stata posta una rete di protezione evitando lavori di restauro e rifacimento costosi e impegnativi. C’è chi fa notare sarcasticamente che lo stato di conservazione del Palazzo Apostolico sembra lo specchio della condizione generale della Chiesa. Danneggiata e bisognosa di interventi urgenti. Ora ci penserà Papa Leone XIV.

L’APPARTAMENTO

L’Appartamento pontificio — ora destinato a Prevost — è rimasto disabitato per dodici anni anche se fu ristrutturato e rinfrescato subito dopo le dimissioni di Ratzinger per dare modo al nuovo Papa di abitarlo. Ma Bergoglio, uscendo dalla Sistina, decise di restare per sempre nell’albergo a quattro stelle di Santa Marta. E a nulla valsero i consigli dei cardinali sbigottiti. «Santità non lo faccia» gli fu detto, ma Francesco si dimostrò irremovibile spiegando in seguito che vivere isolato, in un posto lussuoso e troppo grande, lo avrebbe fatto precipitare nella depressione (o qualcosa di simile). Lui disse che lo faceva per motivi “psichiatrici”, amando il contatto con la gente. E così fu.

Il grande dilemma abitativo si è ripresentato inevitabile. Continuare con la linea bergogliana, di demolizione delle insegne papali oppure ritornare ad abitare nel luogo conforme alla storia e alla tradizione? In questi primi giorni da pontefice contraddistinti dalla novità del momento, Prevost ha preferito non restare nella stanza che gli era stata assegnata a Santa Marta ma di appoggiarsi momentaneamente a casa sua, un grande appartamento nel palazzo dell’ex Sant’Uffizio. Si era appena trasferito alcuni mesi fa. La sera dell’elezione si era fatto accompagnare a casa dai gendarmi usando non più la 500 bianca del predecessore (altro simbolo bergogliano) ma una berlina scura di marca Wolskswagen, naturalmente sempre targata SCV1, la targa che spetta al pontefice. Non appena Papa Leone è arrivato a casa è stato salutato da un gruppo di religiosi e da una ragazzina che gli ha fatto firmare una Bibbia. Lui ci ha scherzato sopra, «devo imparare a firmare con la nuova firma». Poi è salito a casa.

VISTA MOZZAFIATO

Posto che la decisione di dove andare ad abitare spetta solo a lui, la scelta per il nuovo Papa sembra già tracciata. In ogni caso nella Terza Loggia quell’appartamento certamente non regale resta un luogo speciale. Lungi dall’essere lussuoso e gigantesco, come diceva Francesco, si presenta spazioso ma non troppo: cappella privata, cucina, due stanze e due bagni, un soggiorno, una sala da pranzo, uno studio. Da sempre è stata la residenza permanente dei Papi che prima del 1870 abitavano anche al Laterano e soprattutto al Quirinale. Fu Pio X a organizzare l’appartamento così come è oggi. Di speciale e unico, quasi regale, in quella dimora resta la vista che è veramente spettacolare.

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