Lo studio fatto nel 2024 da Censis-Confcooperative partiva da una domanda cruciale: chi servirà chi ai tempi dell’intelligenza artificiale? Entro il 2035 ben 15 milioni di lavoratori italiani saranno esposti all’impatto dell’AI. Ma cosa significa tutto ciò nell’ambito del marketing e della comunicazione, asset strategico di tutte le aziende? Significa, ad esempio, poter creare contenuti di qualità, sia sotto forma di testi che di immagini, audio e video. Lo sa bene ASKtoAI, la piattaforma di IA italiana progettata da Marco Esposito e Cosimo Padula. Siamo andati in Puglia per saperne di più.
ASKtoAI, la piattaforma di AI “All in one” sviluppata in Puglia
«L’idea è nata dalla nostra esperienza diretta nel settore digital: gestendo quotidianamente siti web e blog, ci trovavamo a coordinare diverse figure professionali come SEO specialist e copywriter. Ho quindi proposto al mio team di sviluppare uno strumento che potesse semplificare il lavoro di agenzia web. Vedendo i risultati promettenti, abbiamo deciso di trasformarlo in un prodotto completo», racconta Marco Esposito, CEO e co-founder di ASKtoAI, classe 1981.
Lo sviluppo di ASKtoAI è iniziato a marzo 2023, dopo alcuni test preliminari con GPT-2. Con l’arrivo di GPT-3, il team della startup Alsafi ha potuto costruire la base per la piattaforma ASKtoAI. E se in Italia c’è anche la milanese contents.ai, «ASKtoAI si distingue per l’offerta completa e intuitiva, rivolta principalmente a professionisti del marketing, content creator, partite IVA e pmi che desiderano creare contenuti professionali in autonomia, ottimizzando tempi e costi».
ASKtoAI, in poche parole, è la summa “Made in Puglia” delle più note tecnologie di AI generativa, da ChatGPT ad Anthropic, a Gemini (Google) e Llama (Meta). Summa pronta a conquistare il mondo, a partire dal Sud America e dalla Spagna.
Esposito: con l’AI si può risparmiare fino al 70% di tempo nei contenuti
Per capire la rivoluzione dei contenuti, resa possibile da ASKtoAI, immaginiamo che si debba fare un piano editoriale: dopo aver caricato dei documenti sotto forma di file testuali o con l’inserimento di un link a una pagina web, la piattaforma è in grado di accompagnare i creatori di contenuti. «I nostri punti di forza risiedono nell’essere una piattaforma “all-in-one” completamente in italiano, con oltre 40 strumenti specializzati per la creazione di contenuti multimediali. La nostra interfaccia intuitiva, unita ai sistemi “Memory” e “Personality” per contenuti personalizzati, ci permette di ridurre del 70% i tempi di produzione dei contenuti. Inoltre, il nostro team consolidato, con oltre 15 anni di esperienza condivisa, garantisce uno sviluppo costante e affidabile».
Cambio di passo dei colletti bianchi con l’AI, da “esecutori” a “supervisori”
Le funzionalità della piattaforma sono chiare. E – aggiunge Esposito in occasione della presentazione delle otto startup, tra cui Alsafi, selezionate nell’ambito del programma di incubazione “Deep South” del Politecnico di Bari (con aziende partner come Ayming, Deloitte, RP Consulting, SprintX, Start Hub Consulting e Unisco) – anche la direzione del lavoro: «I professionisti devono evolversi da “esecutori” a “supervisori”, sviluppando competenze di gestione e ottimizzazione degli strumenti di intelligenza artificiale. Non si tratta di resistere al cambiamento, ma di cavalcarlo per trasformarlo in opportunità di crescita e innovazione».
Se lo studio di Censis-Confcooperative dice che sei milioni di professionisti rischieranno la sostituzione, ben nove milioni si troveranno a integrare l’AI nelle loro mansioni: «È evidente che dopo la rivoluzione industriale dei «colletti blu», ora è il momento dei “colletti bianchi”.
La sfida è cruciale: le aziende devono investire in formazione e aggiornamento tecnologico, considerando che oggi solo l’8,2% delle imprese italiane utilizza l’AI (contro una media UE del 13,5%)», analizza Esposito. «Stiamo vivendo una fase di profonda trasformazione che porterà inevitabilmente a una selezione naturale delle competenze professionali – nota lo startupper pugliese –. Chi saprà adattarsi, integrando l’AI nei propri processi lavorativi e sviluppando nuove capacità, prospererà. Chi invece resisterà al cambiamento, rischierà di diventare obsoleto».
Esposito: piattaforme di intelligenza artificiale e motori di ricerca convergeranno
Resta almeno un punto da capire prima di salutare Esposito. Gli utenti abbandoneranno le ricerche, fatte tramite i motori che abbiamo conosciuto negli anni, a favore delle piattaforme di intelligenza artificiale? «La mia opinione è che non ci sarà un vero “vincitore”, ma piuttosto una convergenza tecnologica – commenta l’innovatore, mentre si appresta a tornare da Bari nella sua provincia di Brindisi, a Torre Santa Susanna per la precisione (a metà del tacco tra Taranto e Brindisi) –. Google, con Gemini Deep Research, e Perplexity stanno già dimostrando come l’intelligenza artificiale possa potenziare la ricerca tradizionale. Il futuro sarà nell’integrazione sempre più profonda tra AI e motori di ricerca, dove l’utente non dovrà più navigare tra decine di siti per trovare informazioni pertinenti. L’AI funzionerà come un assistente personale che analizzerà, sintetizzerà e presenterà le informazioni in modo coerente e contestualizzato. Questa evoluzione non eliminerà i motori di ricerca, ma li trasformerà in strumenti più intelligenti e personalizzati».
La previsione di ASKtoAI: «Uomo e macchina collaboreranno in modo sempre più sinergico»
Lasciamo la Puglia, non prima però di aver fatto direttamente ad ASKtoAI la domanda sul futuro del lavoro dei prossimi dieci anni: «Uomo e macchina collaboreranno in modo sempre più sinergico, con l’AI che si occuperà delle mansioni ripetitive permettendo ai lavoratori di concentrarsi sugli aspetti più creativi e strategici del loro lavoro. Questa evoluzione porterà alla nascita di nuove figure professionali finora inesistenti: vedremo emergere specialisti in etica dell’AI, manager dedicati all’automazione ed esperti nell’interfaccia uomo-macchina. Il modo stesso di lavorare subirà una metamorfosi, con uno smart working potenziato dall’intelligenza artificiale e una maggiore flessibilità negli orari, supportata da programmi di formazione continua in ambito digitale».
Appuntamento al 2035. Il futuro lo vedremo vivendo.
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