15.05.2025
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la sonda della Nasa più lontana dalla Terra ripristina la comunicazione. Ecco come ha fatto


Dallo spazio profondo la sonda Voyager 1 della Nasa torna a farsi sentire con grande stupore degli scienziati di tutto il mondo. Si temeva che, dopo quasi 50 anni di viaggio ai confini del Sistema Solare, l’highlander dell’esplorazione spaziale avesse scritto la parola fine alla sua missione.

Recentemente la ricezione di nuovi comandi riguardante l’accensione di un sistema di riscaldamento della sonda non aveva prodotto alcuna risposta.I segnali impiegano circa 23 ore ad arrivare e altrettante per ritornare. La causa di questa interruzione non è stata ancora identificata, ma l’ordine avrebbe fatto attivare la modalità d’emergenza e spento alcuni sistemi elettronici come quelli di comunicazione nella banda X. Voyager 1 però aveva attivato un sistema di comunicazione d’emergenza sulla banda S che non veniva utilizzato da 41 anni. Anche se vecchio è riuscito a inviare nuovi comandi e ripristinare il dialogo con la Terra.

Lanciata nel 1977 da Cape Canaveral, si trova ora a 24,9 miliardi di chilometri lontana dal pianeta. Il suo obiettivo primario all’epoca era quello di sorvolare i giganti Giove, Saturno e il satellite Titano e studiarne i campi magnetici, gli anelli e fotografare i rispettivi satelliti. Ciò che rende ancora più epica la sua sopravvivenza e il superamento di quest’ultima difficoltà è l’operare a temperature molto più basse rispetto a quelle per cui era stata progettata. Inoltre il suo carburante, il plutonio radioattivo, continua a diminuire perdendo circa 4 watt l’anno.

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I precedenti e l’eventualità di un incontro con gli alieni

Tuttavia non è la prima volta che Voyager 1 attraversa “momenti di down”. Nel 2022 e 2023 un problema di trasmissioni di dati ha richiesto mesi per essere risolto e, ultimamente, un’interruzione nella comunicazione ha attivato un trasmettitore radio di backup spento dal 1981 per ristabilire un contatto. Anche la sua gemella, Voyager 2, non è esente da problemi. Risale allo scorso ottobre la decisione presa dagli ingegneri del Deep Space Network della Nasa di spegnere il Plasma Science Instrument, il dispositivo che misurava il flusso di plasma nello spazio interstellare. La scelta dipende dal volere di prolungarne la vita e risparmiare energia.

Anche quando le batterie si esauriranno, Voyager 1 e 2 continueranno il loro viaggio nell’universo. Fino ad ora hanno scoperto i vulcani di Io, il satellite di Giove, e possono vantarsi d’essere le uniche ad aver visitato Urano e Nettuno. Hanno anche attraversato la Fascia di Kuiper, una regione remota del Sistema Solare composta da corpi minori e sostanze volatili congelate come ammoniaca, metano e acqua, diventando gli oggetti artificiali più lontani mai costruiti dall’uomo.

Le sonde Voyager sono anche attrezzate nell’eventualità di incontrare una civiltà aliena. Al loro interno esiste un disco d’oro, il Voyager Golden Record, che custodisce informazioni sull’umanità e un messaggio di pace per gli extraterrestri.

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