PADOVA — La palla adesso è in mano alla Procura che nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo d’indagine con l’accusa di insolvenza fraudolenta. Perché la famiglia di sinti che da circa due mesi ha messo radici nell’appartamento al 175 di via Pontevigodarzere non sembra avere alcuna intenzione di lasciare lo stabile, nel quale era entrata a metà ottobre con un contratto come locazione turistica di solo quattro giorni.
Il soggiorno però si prolunga, e non ci sarebbe nemmeno nulla di male se il tutto fosse stato pagato: cosa che non è successa. Ecco allora l’indagine che nei prossimi giorni potrebbe arrivare a dama con una mossa decisiva per liberare l’alloggio con l’unico obiettivo di far uscire di casa la coppia abusiva con i loro due bambini e di rimettere l’appartamento in mano al legittimo proprietario.
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I carabinieri sul posto
Nella tarda mattinata di oggi (3 dicembre) sul posto sono intervenuti i carabinieri con i tecnici del pronto intervento per staccare alcuni contatori.
Il ministro
Del caso ha parlato ieri (2 dicembre) a Venezia anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, all’interno di un evento sulle «key box», cioè le cassette dove i titolari dei b&b ripongono le chiavi. «Si tratta di una situazione di occupazione abusiva indipendente dal fatto che fosse una locazione breve. Adesso dovremo intervenire», ha detto. E rispondendo a chi gli faceva presente che finora nessuno era riuscito a cacciarli via, il titolare del Viminale ha risposto sibillino «Lo vedremo», lasciando presagire un intervento muscolare.
La vicenda
I passaggi che hanno portato all’occupazione abusiva di via Pontevigodarzere sono tutti racchiuse nelle tre denunce depositate dalla proprietà della locazione turistica ai carabinieri della Compagnia di Padova. A corollario ci sono anche le decine di interventi a cui i militari dell’Arma sono stati costretti per calmare una situazione sempre sul punto di ebollizione, soprattutto nei fine settimana quando la coppia e i bambini vengono raggiunti nell’appartamento dai familiari: in alcuni giorni si è arrivati ad avere fino a trenta persone nelle stanze della casa.
Fine ottobre, metà novembre e fine novembre, questa la scansione temporale delle denunce. Il caso deflagra quando il proprietario si accorge che gli inquilini arrivati come semplici turisti, non volevano andarsene e lui mette tutto nero su bianco con un esposto per insolvenza fraudolenta.
La svolta però sembra dietro l’angolo dopo pochi giorni: approfittando di un momento nel quale la coppia era uscita di casa, il titolare della locazione aveva chiamato un fabbro per cambiare la serratura della porta d’ingresso dell’appartamento e quella del portoncino d’accesso al palazzo. Uno stratagemma che però non ha funzionato: dopo essersi accorti di essere rimasti fuori, i due hanno scassinato entrambe le serrature e sono tornati all’interno delle stanze: questo aveva spinto il proprietario a denunciarli per invasione di edificio.
Per provarle tutte, il proprietario aveva anche staccato la corrente dall’appartamento. Ma anche in questo caso gli ospiti illegittimi non si sono persi d’animo e si sono collegati al contatore generale con un allacciamento abusivo. Quando gli altri residenti della palazzina se ne sono accorti, hanno avvertito il padrone di casa che attraverso un tecnico dell’elettricità è riuscito a scollegare il cavo lasciando l’appartamento senza luce. In parallelo ecco la terza denuncia nell’arco di meno di un mese, questa volta l’accusa contestata alla famiglia di sinti è furto di energia elettrica.
Anche i vicini di casa hanno chiamato i carabinieri chiedendo di intervenire visti i continui schiamazzi soprattutto nel fine settimana, nei giorni di festa e le domeniche a pranzo. Tutti aspetti che i militari hanno portato al quarto piano del palazzo di Giustizia, che nei prossimi giorni potrebbe dare un’accelerata decisiva.
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