18.05.2025
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«Ho scelto i figli e mio marito Luca Ward, ma non ho rimpianti. I chili in più? Ho imparato ad accettarmi»


È tornata Giada Desideri, è tornata Claudia Costa, il suo personaggio a Un posto al sole. Un posto che a lei è sempre piaciuto e che le è mancato. Una serie in onda oramai dall’agosto 1996 e Giada Desideri era già presente nella prima delle oltre 6.500 puntate di Un posto al sole. Restò fissa nel cast per due anni, poi ricomparve diverse volte fino al 2002.

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Per ventidue lunghi anni ha fatto altro, soprattutto la moglie di Luca Ward (celebre doppiatore, anche di Russell Crowe ne Il Gladiatore) e la mamma.

Una scelta di vita. «L’ho deciso consapevolmente. Sono stata lontana dal video per quasi dieci anni. Le proposte non arrivavano nemmeno più. Ricominciare con Un posto al sole — racconta a Oggi — nel ruolo che mi ha dato più popolarità, è stata una rinascita. Oggi è come “lavorare a casa”».

Per Giada non è stato un sacrificio stare a casa. «Questo istinto materno l’ho sempre avuto molto spiccato e non ho fatto fatica a fare un passo indietro. Non ho rimpianti. Luca ha fatto per dieci anni musical, teatro, spesso era in tournée e, in alcune occasioni, ho fatto da papà e da mamma. Poi vedi i tuoi figli crescere, ti guardi indietro e dici: però, abbiamo fatto un bel lavoro».

Il marito Luca Ward

E ora sarebbe bello poter lavorare anche insieme. Lei con Luca Ward: «Sarebbe meraviglioso e divertente realizzare qualcosa insieme a teatro. Chissà, magari un po’ più in là quando i ragazzi saranno ancora più grandi…». Perché prima di tutto la famiglia.

Negli anni Giada ha dovuto convivere con qualche chilo in più. Chili che ha combattuto soprattutto per gli altri. «La bellezza ovviamente è un’arma a favore. In questo tipo di lavoro lo è sempre stato. Naturalmente con gli anni si invecchia e quindi ci si modifica. Il blog che ho avuto per diverso tempo (Curvy Jade, dedicato alle donne che si accettano così come sono, indipendentemente dalla taglia che portano) è stato utile per condividere con tante altre persone la stessa mia esperienza». E i leoni da tastiera? «Non mi hanno ferito più di tanto — conclude al settimanale diretto da Andrea Biavardi — Se sei con i piedi per terra riesci a riderci sopra».

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