Le indennità utili per irrobustire i salari subito, nel 2025, ma le 30 mila assunzioni previste (20 mila medici e 10 mila infermieri) slittano all’anno successivo. È questo il punto di equilibrio messo a punto dal governo sul pacchetto Sanità, il cui fondo (che raggiunge quota 136,5 miliardi, pari a 2mila e 300 euro pro capite), con la manovra, è stato finanziato con 1,3 miliardi per l’anno prossimo, 5 miliardi per il 2026, 5,7 nel 2027 e altri 30 miliardi nel triennio che si chiuderà nel 2030. Inoltre palazzo Chigi ha stanziato altri 6 miliardi per i rinnovi contrattuali in programma per il periodo 2028-2030. Misure che però scatenano la protesta: le risorse deludono i sindacati dei medici proclamano lo sciopero. Per i sindacati dei medici e degli infermieri infatti i fondi non bastano: si «conferma la riduzione del finanziamento rispetto a quanto annunciato», denunciano le organizzazioni, che il 20 novembre incroceranno le braccia e scenderanno in piazza. All’attacco anche l’opposizione.
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IL TRATTAMENTO
Venendo alle novità, il piatto forte dell’intervento sono gli aumenti alle indennità di medici e infermieri e del trattamento economico degli specializzandi. Per questi ultimi è previsto un maggiore aumento economico per alcune specializzazioni «meno ambite», a partire da Medicina d’urgenza e Anestesia. Nel dettaglio, l’articolo 61 della manovra prevede l’incremento dell’indennità di specificità «allo scopo di valorizzare le caratteristiche peculiari della dirigenza medica e veterinaria dipendente dal Ssn». I valori dell’indennità di specificità «sono incrementati nei limiti degli importi complessivi lordi di 50 milioni di euro per il 2025 e 327 mln annui a decorrere dal 2026». Inoltre, per i medici in formazione specialistica, a decorrere dall’anno accademico 2025/2026 la parte fissa del trattamento economico è aumentata per tutte le specializzazioni di una percentuale pari al 5 per cento e la parte variabile è aumentata di una percentuale pari al 50 per cento per circa 15 specializzazioni.
E ancora, l’articolo 62 dispone l’incremento dell’indennità di specificità di dirigenza sanitaria non medica. Ai fini poi del riconoscimento e della valorizzazione delle competenze e delle specifiche attività svolte dagli infermieri dipendenti dalle aziende e dagli enti del Servizio sanitario nazionale, nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale, gli importi dell’indennità di specificità infermieristica per il triennio 2019-2021, «sono incrementati, nei limiti degli importi complessivi lordi di 35 milioni di euro per l’anno 2025 e di 285 milioni di euro annui a decorrere dal 2026».
Aumentano anche le indennità dei dipendenti del Ssn appartenenti alle professioni sanitarie della riabilitazione, della prevenzione, tecnico-sanitarie e di ostetrica, alla professione di assistente sociale nonché agli operatori sociosanitari: nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2019-2021, sono incrementate nei limiti degli importi complessivi lordi, di «15 milioni di euro per l’anno 2025 e di 150 milioni di euro annui a decorrere dal 2026». Cresce infine l’indennità di Pronto soccorso, per riconoscere le particolari condizioni di lavoro di medici e sanitari di questo settore: con decorrenza dal 1° gennaio 2025, l’aumento è di «50 milioni di euro complessivi, di cui 15 milioni di euro per la dirigenza medica e 35 milioni di euro per il personale del comparto sanità e con decorrenza dal 1° gennaio 2026 di ulteriori 50 milioni di euro complessivi, di cui 15 milioni di euro per la dirigenza medica e 35 milioni di euro per il personale del comparto sanità».
Quanto ai riflessi sui pazienti, come previsto, le spese sanitarie saranno escluse dal tetto della revisione delle detrazioni prevista dalla manovra.
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