Adolfo Urso vuol anticipare i tempi della vendita della ex Ilva. Nella politica industriale del Paese serve dare un nuovo assetto, duraturo, alla siderurgia, sicchè nella lettera di procedura inviata dai legali di Ilva dei commissari, secondo quanto risulta al Messaggero, sarebbe previsto un termine più ravvicinato: 30 novembre per le offerte vincolanti. E siccome i pretendenti sono esteri, Urso ieri ha detto: «Attraverso il golden power che sarà esercitato dal mio dicastero blinderemo il processo di vendita sia sul piano degli investimenti, sia sui livelli produttivi e occupazionali sia su quelli della salute e dell’ambiente».
Ilva, una cordata italo-estera per il rilancio della siderurgia
IL PRESSING DI URSO
Tempi più stretti, rispetto a una data a cavallo di Natale. Il 20 settembre avevano manifestato l’interesse in 15, di cui solo tre per l’intero gruppo: Vulcan Green Steel, Stelco e a sorpresa, la società dell’Azerbaijan Baku Steel Company. Quest’ultima scommette molto sull’operazione e vorrebbe piazzare a Taranto una nave rigassificatrice.
Gli altri 12 si sono fatti avanti per singoli asset: Marcegaglia, Amenduni Steel, Eurider Group, Sideralba, Profilmec, Industrie Metalli Cardinale, Monge-Trans Isole, Vitali spa, Carbones holding, Epas (Energy power, & armatory shipping), Jiangsu Steamship, Emsteel.
Gli emiratini di Emsteel, erano attratti da uno stabilimento: il gruppo mediorientale però ha fatto sapere di non voler andare avanti. Nonostante la procedura abbia lasciato aperte le porte alle new entry, allo scopo di un eventuale ingresso in corsa del gigante mondiale Nippon Steel e di Arvedi che tempo fa era indicato tra i più interessati, entrambi i gruppi, nei giorni scorsi avrebbero declinato. Urso invece di recente si è detto confidente che il gruppo Metinvest, multinazionale ucraino-olandese attiva nei settori minerario e siderurgico che opera prevalentemente in Europa, possa aggiungersi.
IL RETROSCENA
L’accelerazione delle offerte nasce da più motivazioni. Innanzitutto perchè dal giorno della consegna delle offerte binding sino alla definizione del vincitore con il passaggio di consegne, l’iter prevederà alcuni mesi. Dovranno arrivare le varie autorizzazioni e c’è il passaggio chiave del via libera dei sindacati. Le organizzazioni dei lavoratori seguono da vicino e con la massima attenzione gli sviluppi del negoziato, giorni fa hanno chiesto un altro incontro al governo: i nuovi acquirenti dovranno garantire il mantenimento dei posti di lavoro almeno per cinque anni.
L’anticipo della deadline sulle offerte quindi, indica la volontà di fare presto da parte del venditore. Per Cornigliano è riemersa l’ipotesi dello spezzatino, qui lavorano 1.000 dipendenti nei laminati. A Taranto, cuore pulsante, ne sono coinvolti 10.000 (lamiere e tubi), a Novi Ligure 600 (laminati) e poi ci sono asset minori a Paderno Dugnano, Legnaro, Racconigi, Savoca.
Ieri intanto è stato riacceso l’Altoforno 1 alla presenza del ministro Urso. La riaccensione rappresenta un passaggio importante nel processo di rilancio dello stabilimento di Taranto, segnando l’inizio di un percorso che mira alla transizione verso la decarbonizzazione e l’adozione di forni elettrici.
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