23.05.2025
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Economy

uno stop ogni due weekend


Ancora uno sciopero del personale ferroviario. Dalle 21 di oggi alle 21 di domani in tutta Italia incrociano le braccia i lavoratori di Ferrovie dello Stato aderenti alla sigla Cub trasporti. E l’agitazione, anche vista l’assenza di fasce di garanzia, secondo Fs «potrebbe avere un impatto significativo sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni regionali di Trenitalia».

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Il record

Dall’inizio dell’anno sono oltre 40 gli scioperi (per lo più di uno o due giorni) indetti dai sindacati. Riguardano tutti Fs e Trenitalia. Di questi scioperi 21 sono tra venerdì e domenica, quando l’impatto è più forte su turisti e pendolari. Uno stop ogni due weekend, insomma, con le proteste che si incrociano con i lavori previsti dal Pnrr per l’ammodernamento della rete ferroviaria. Aumentando cancellazioni, ritardi e disagi. Uno di questi scioperi, lo scorso maggio, è stato precettato dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

«Le agitazioni — spiega Andrea Giuricin, docente all’Università Bicocca ed esperto di trasporto ferroviario — sono state su vertenze locali o indette da sigle autonome minori. Il diritto di sciopero è importante e non si discute, ma è chiaro che la grande quantità di proteste crea problemi a cittadini e turisti, con un impatto sull’economia nazionale». E visti i molti lavori sulla rete, aggiunge, «la riprogrammazione del traffico ferroviario è più complessa».

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Gli effetti

Per quanto riguarda lo sciopero di oggi e domani, come conferma Fs, gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, «potranno verificarsi anche prima e oltre gli orari della protesta sindacale». Motivo per cui Trenitalia invita i passeggeri a «informarsi prima di recarsi in stazione e, quando possibile, a riprogrammare il viaggio». I disagi arrivano dopo quello che la scorsa settimana è stato ribattezzato il “mercoledì nero del trasporto ferroviario”, causato da un guasto a una cabina elettrica che alimenta gli impianti di circolazione all’interno del nodo di Roma. L’oramai famoso “chiodo” nei cavi elettrici, insomma.

Il nuovo sciopero è stato proclamato da Cub trasporti dopo la morte dell’operaio Attilio Franzini nella stazione di San Giorgio di Piano, alle porte di Bologna. Secondo il sindacato, dopo la tragedia di Brandizzo (con cinque operai morti investiti da un treno), «la situazione è peggiorata: ci sono tagli, mancate assunzioni e redistribuzione dei carichi, accordi di peggioramento della vita e delle condizioni di lavoro e nessun cambiamento sugli appalti, vero motivo alla base degli infortuni». Tra le ragioni della protesta, poi, la rivendicazioni di alcune condizioni su salari, sicurezza e orari nella partita sul rinnovo del contratto dei ferrovieri. 

Cub Trasporti, così come le sigle Sgb, Fast e Assemblea nazionale Pdm e Pdb, non partecipano però al tavolo per il nuovo contratto con l’azienda e i sindacati più rappresentativi. Si tratta di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast-Confsal e Orsa Trasporti. L’ultimo sciopero nazionale proclamato da loro risale a luglio 2023, per questioni aziendali con Trenitalia.

La legge

Per le associazioni dei consumatori vanno riviste le modalità di sciopero. «Nessuno vuole privare i lavoratori del loro sacrosanto diritto di sciopero — spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unc — specie se viene fatto perché non si rinnovano i contratti, ma bisogna ridurre i disagi per gli utenti: va rivista la legge n. 146 del 1990, ad esempio per rivedere le franchigie e le regole di settore». «Non si capisce — aggiunge — perché per gli aerei lo sciopero non può superare le quattro ore, mentre per i treni si può arrivare a 24 ore. Oppure perché non si può protestare dal 27 luglio al 3 settembre, come se ci fossero ancora le fabbriche che chiudono ad agosto». 

Per quanto riguarda la manutenzione della rete ferroviaria, intanto, dopo la sospensione del contratto tra Rfi e la società Str92, responsabile del guasto a Roma, addetti ai lavori ed esperti hanno invitato a riflettere su questioni strutturali. In primis la necessità di ripensare la gestione delle infrastrutture da parte di Rete ferroviaria italiana, investendo di più in tecnologia e automazione, per riuscire a intervenire tempestivamente sugli imprevisti e aumentare la manutenzione preventiva. Proprio in questo senso, secondo Rfi, va l’accordo di inizio anno per rivedere i turni di manutenzione, estesi su tre giorni per 8 ore.

Orari che hanno tuttavia creato qualche malcontento tra i lavoratori. Più in generale si stima che i 9 miliardi di investimenti del 2024 di Rfi per i lavori sulla rete genereranno un impatto di 6 miliardi di valore aggiunto, con 81 mila occupati. Ma gli effetti sugli spostamenti dei viaggiatori ci sono. Così come sui treni merci, il cui settore, secondo Fermerci, è il più penalizzato dai ritardi e dai lavori in corso.

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