23.05.2025
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Politics

«Un dossier al giorno». E spunta l’idea di una norma “salva-privacy”


Di sbattere qualche porta o andare più a fondo sulla vicenda non c’è neanche stato il tempo. Tra il Consiglio dei ministri in mattinata, la visita di Volodymyr Zelensky a sera e, soprattutto, la base Unifil italiana finita sotto attacco in Libano nella notte, a palazzo Chigi sono scivolati un po’ nelle retrovie i timori legati al nuovo affaire dossieraggi che vede al centro Giorgia Meloni.

Eppure si parla di una vicenda è potenzialmente una nuova puntata di un caso aperto dagli accessi abusivi dell’ex finanziere Pasquale Striano alle banche dati con le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette (Sos). Il fatto che il nome della presidente del Consiglio, quello della sorella Arianna e dell’ex compagno Andrea Giambruno siano finiti anche tra le migliaia di conti bancari spiati da un dipendente di Intesa Sanpaolo, ha sì alimentato un’inquietudine di cui Meloni farebbe volentieri a meno ma per ora non sembra avere collegamenti con altri casi di questo tipo.

LA REAZIONE

Il post un po’ ironico con cui ha commentato la notizia pubblicata dal giornale Domani («Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano», accompagnato da una foto con la sorella Arianna) lascia infatti trasparire una certa serenità, nonostante i contorni della vicenda siano ancora da chiarire. Tant’è che ai pochi che hanno provato a confrontarsi con lei Meloni ha semplicemente chiesto di tenere un «profilo basso», evitando di eccedere in letture in controluce degli avvenimenti che rischierebbero di alimentare una bolla già bella grossa. Dopo che la sua estate è stata messa a dura prova dalle notizie di indagini sulla sorella o dal caso Sangiuliano, la premier preferirebbe evitare di impelagarsi in complicazioni non necessarie. A meno che, ovviamente, non si possa ottenere un vantaggio politico cavalcando mediaticamente la circostanza.

Se è vero che l’istituto di credito è già intervenuta licenziando il dipendente l’8 agosto scorso (ma gli accessi ingiustificati ai conti correnti dei clienti vanno avanti da molti mesi), lo è pure che al momento non c’è nessuna evidenza di una regia di qualunque tipo dietro l’attività compulsiva di cui il funzionario si è reso protagonista. Le indagini faranno il loro corso ma, a testimonianza sia della volontà meloniana che di un attuale assenza di collegamenti con situazioni più delicate, la questione non dovrebbe finire in commissione Antimafia. A meno di novità nei prossimi giorni, non sembrano esserci gli estremi affinché il caso finisca in Parlamento. «Estraneità di materia» spiegano fonti d’Aula, convinte però che qualora vi fosse il minimo segnale di un collegamento tra il dipendente e qualche portatore d’interesse la faccenda si aprirebbe a scenari differenti.

L’ASSEDIO

In attesa che di ulteriori sviluppi legati ad eventuali mandanti c’è però una parte dell’esecutivo meloniano che si sente sotto assedio. «È evidente che sono molteplici i tentativi di dossieraggio, ogni tanto ne spunta qualcuno, per provare a inquinare la democrazia» sono ad esempio le parole con cui Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, oltre che vicepresidente del Copasir, se ne fa portavoce. Accanto alla presidente del Consiglio cresce la fronda di chi invoca la necessità di mettere mano ai regolamenti che hanno consentito gli accessi indisturbati ai dati sensibili di migliaia di persone. Nel mirino stavolta le ci sono le norme degli istituti di credito che consentono un numero incontrollato di accessi alle banche dati. A palazzo Chigi, nelle mani del sottosegretario Giovambattista Fazzolari, ci sarebbe quindi allo studio una norma che offra maggiore privacy ai correntisti italiani. Un’idea che però, dovrebbe restare nel cassetto qualche altra settimana. Prima di aprire un capitolo potenzialmente spinoso per gli istituti di credito (l’intervento potrebbe figurare come una sorta di j’accuse verso i sistemi di difesa di cui oggi si sono dotati), il governo vorrebbe concludere le trattative in corso per un contributo volontario per la Manovra da parte delle banche.

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