Il generale Vannacci la tessera della Lega non la prende, alle elezioni Europee quando è stato candidato come indipendente ha avuto la visibilità a cui sono abituati i pezzi grossi del partito. Tanto, la linea come fosse un vicesegretario ad honorem, la detta benissimo anche così senza i vincoli di una tessera. E a Pontida, in provincia di Bergamo, alla festa politica più importante da quando esiste il Carroccio, il generalissimo boccia la proposta di riforma della cittadinanza italiana formulata da Forza Italia. Non si può regalare, ha detto. Anzi, si deve poter revocare, ha rincarato la dose Matteo Salvini in un dribbling a stretto giro.
Se il tesseramento sembra non scaldare il cuore del generale («Quale valore aggiunto porterebbe la tessera?», chiede) l’idea di lanciare una sua mozione, e quindi provare a formare una sua corrente, invece è una possibilità.
E così si prenota un posto al prossimo congresso e dice di non escludere nulla. Intanto semina generoso il Vannacci pensiero, poi «vedremo che fare», taglia corto.
Vannacci, la cittadinanza è quella ereditata sul Carso
Lo «Ius Italiae» (il nome della proposta di legge forzista)? Bocciato. «Noi non siamo d’accordo, io non sono d’accordo», si corregge. «Io l’ho valutata attentamente e non sono d’accordo perché la cittadinanza non si vende, non si regala, non si svende, non si mette su un banchetto del marcato». Secondo Vannacci la cittadinanza «si guadagna». «Voi se andate in Arabia saudita dopo 5 anni vi sentireste degli arabi? Anche perché non c’è neanche la reciprocità», contesta.
Matteo Salvini a Pontida: «Togliere cittadinanza a chi delinque. Manovra? Paghino i banchieri, non gli operai»
E chiude così: «Le uniche nazioni che hanno lo ius soli sono quelle che hanno basato la loro esistenza sull’immigrazione ovvero Stati Uniti, Canada, Brasile e Argentina». Infine, a chi gli ha chiesto in merito ai cori e striscioni contro il vicepresidente Tajani di ieri ha risposto che «la volgarità non è mai benvenuta».
E se a Pontida è spuntata la t-shirt che celebrava la battaglia di Lepanto (quella combattuta tra cristiani e musulmani il 7 ottobre 1571), sul pratone il generale si gioca addirittura la prima guerra mondiale con una citazione del Carso, simbolo della guerra di trincea nell’Italia nord-orientale. «La cittadinanza è l’eredità che ci siamo guadagnati e che si sono guadagnati i nostri nonni sul Carso e i nostri padri con sacrifici e lavoro avendo poi il diritto di tramandarla ai nostri figli, questa è la nostra cittadinanza», ha scandito dal palco l’eurodeputato eletto con la Lega che parla convinto di nuovo corso del partito. Una svolta che si basa «sui principi di sovranità, ricchezza, tradizioni e onore, cosa che era quasi sparito dal panorama politico». Dice che questo «vento soffia in tutta Europa, lo avete visto in Germania, in Francia, in Austria, da Nord sta scendendo verso Sud».
Fedriga: «Vanacci sta facendo un percorso di avvicinamento alla Lega»
Molte idee dell’eurodeputato Roberto Vannacci, «sono condivise, altre meno. Sta facendo però un percorso di avvicinamento importante alla Lega e mi auguro che possa proseguire», ha detto il presidente del Friuli Massimiliano Fedriga e mlitante di lungo corso. Intanto il generale supera a pieni voti il test consenso a Pontida tra gli applausi e i selfie dei militanti e anche una dedica musicale ad personam sulle note di «Generale», la canzone di Francesco De Gregori che raccontava un militarismo malinconico e stanco. Con Vannacci diventa la colonna sonora della possibile mozione e la consacrazione della corrente verdeolivo nel partito. Mica male per uno che non ha la tessera.
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