09.06.2025
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Il viaggio horribilis del Papa in Belgio, prima contestato per gli abusi e poi nel pomeriggio per le donne prete


Per il Papa la visita in Belgio non si sta rivelando una passeggiata. La giornata di ieri era iniziata con una pesantissima critica da parte del premier belga che lo aveva sostanzialmente accusato di non fare abbastanza per combattere la pedofilia nella Chiesa, e si è poi conclusa con una seconda reprimenda. Stavolta sul divieto al sacerdozio femminile. A dare voce alle aspettative di tante donne cattoliche che soprattutto nel Nord Europa da decenni si battono per avere spiragli di dialogo con Roma (e con il Papa) in materia,  è stato il rettore della più antica e prestigiosa università cattolica al mondo, quella di Lovanio, la stessa in cui studiò anche Erasmo da Rotterdam.

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Il rettore, Luc Sels, un noto sociologo conosciuto per le sue posizioni ultra progressiste, si è fatto portavoce delle richieste: «La Chiesa non potrebbe essere una comunità più accogliente se ci fosse un ruolo importante per le donne, incluso il sacerdozio? Perché tolleriamo questo considerevole gap tra uomini e donne nella Chiesa quando il suo peso è spesso proprio sulle spalle delle donne?».

Più avanti, in un altro passo del discorso, ha preso di petto la questione Lgbt: «La Chiesa non guadagnerebbe maggiore moralità nel nostro angolo del mondo» se «offrisse una maggiore apertura alla comunità Lgbtqia+?».

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Infine anche il Rettore ha voluto includere la piaga degli abusi, in Belgio assai sentita, praticamente una enorme tempesta: «Per restaurare la fiducia serve un caloroso e onesto dialogo con le vittime». Papa Francesco esattamente come aveva fatto anche al mattino, quando si trovava al palazzo di Laeken con il re e il primo ministro, ha fatto nuovamente buon viso a cattivo gioco. Al rettore e al corpo docente ha letto una dotta e profonda riflessione sulla capacità che hanno i centri accademici ad allargare i confini della coscienza. «Non si tratta di moltiplicare le nozioni e le teorie, ma di fare della formazione accademica e culturale uno spazio vitale, che comprende la vita e parla alla vita» perchè, ha spiegato »da una parte, siamo immersi in una cultura segnata dalla rinuncia alla ricerca della verità. Abbiamo perduto l’inquieta passione del cercare, per rifugiarci nella comodità di un pensiero debole, nella convinzione che tutto sia uguale, che una cosa valga l’altra, che tutto sia relativo». 

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La giornata di ieri è terminata con un giro sulla golf cart che è stato rovinato dal freddo e dalla pioggia intensa. Il meteo avverso non gli ha consentito nemmeno di fermarsi e salutare come avrebbe voluto i malati sulle carrozzina. Erano una decina in tutto e lo aspettavano allineati davanti alle transenne della cattedrale, protetti da una cerata. Speravano di poterlo incontrare per un secondo ma la pioggia battente ha suggerito al suo entourage di accelerare il percorso della golf cart (scoperta). Il Papa 87enne reduce da una influenza si è ovviamente bagnato nonostante dietro di lui vi fosse un volenteroso gendarme a reggere un ombrello nero. Già la sera precedente, quando è atterrato in Belgio proveniente dal Lussemburgo, alla cerimonia di benvenuto il tempo era inclemente e pioveva a dirotto. Anche in quella circostanza si è bagnato tutto: gli organizzatori non avevano previsto alcuna tettoia per ripararlo.

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