La raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza, lanciata a inizio settembre dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha raggiunto le 300mila firme. Un’impennata di adesioni, 200mila in meno di 48 ore, un risultato favorito anche dalla mobilitazione di alcune figure di spicco, tra cui il cantante Ghali e il fumettista Zerocalcare.
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Ma anche di sindaci, come Roberto Gualtieri, Matteo Lepore (Bologna), Sara Funaro (Firenze) e Vittoria Ferdinandi (Perugia). L’obiettivo della raccolta, come in tutti referendum che partono dal basso, è quella di raggiungere le 500 mila firme. La scadenza è vicina: 30 settembre.
Quando si arriverà alle 500mila?
Con la scadenza ormai vicina, è iniziata una vera corsa contro il tempo. Lo stesso Magi aveva definito il raggiungimento dell’obiettivo «difficile», esortando gli italiani a compiere «uno sforzo ulteriore da parte di tutti per ottenere questo risultato». Nonostante le grandi adesioni, la raccolta firme ha subito dei rallentamenti «tecnici» a causa dei frequenti blocchi del sito, sovraccaricato dalle numerose richieste di accesso. Tuttavia, mantenendo l’attuale ritmo di adesioni, si prevede che le 500mila firme necessarie possano essere raggiunte entro pochi giorni, giusto in tempo per la scadenza del 30 settembre. Per votare basta collegarsi al sito del minstero della Giustizia attraverso il proprio spid, che è la modalità più comoda e veloce, oppure andando a firmare ai banchetti nelle piazze.
Cosa succede dopo?
Una volta raggiunte le 500mila firme, il referendum sulla cittadinanza entrerà nella fase successiva, che prevede la verifica delle firme raccolte. Le firme dovranno essere controllate e validate dalla Corte di Cassazione, che ne certificherà la validità e la conformità ai requisiti legali.Se tutto risulta regolare, la Corte darà il via libera alla consultazione referendaria, che verrà poi fissata dal governo entro una data specifica. A quel punto, i cittadini italiani saranno chiamati a votare per decidere se approvare o respingere la proposta oggetto del referendum.
L’esito sarà vincolante, a patto che si raggiunga il quorum, cioè che voti almeno il 50% più uno degli aventi diritto.
Cosa prevede?
Il referendum interverrebbe su alcune parti dell’ultima legge italiana del 1992 relativa alla modalità di acquisizione per naturalizzazione: ora può essere concessa solo alla maggiore età e dopo dieci anni di residenza «legale e ininterrotta» sul territorio nazionale. Oltre a questa modalità la legge ora in vigore ne prevede altre due: la cittadinanza concessa a una persona straniera che ne sposi una italiana, dopo una residenza di due anni dal matrimonio e quella per nascita, per cui si è cittadini italiani se si nasce da padre o madre italiani. Il refernedum propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale necessario per richiedere la cittadinanza italiana.
Il quesito
Il quesito che si troverebbe quindi sulla scheda qualora le firme venissero raggiunte sarebbe: «Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole «adottato da cittadino italiano» e «successivamente alla adozione»; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: «f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.», della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza»?». Resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente come la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.
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