16.05.2025
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Politics

«Riforma Consiglio di sicurezza deve valere per tutti. Italia convinta sostenitrice del multilateralismo»


«Le sfide che la storia ci ha messo di fronte sono numerose e multiformi: il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali ed economiche, le crisi umanitarie e sanitarie, la criminalità transnazionale, i conflitti armati a partire dall’inaccettabile guerra russa nei confronti di una nazione sovrana come l’Ucraina, che rendono sempre piu’ precaria la sicurezza internazionale. Di fronte ad uno scenario così complesso noi non abbiamo altra scelta che agire»: lo ha detto Giorgia Meloni intervenendo al Vertice del futuro nell’ambito dell’assemblea generale dell’Onu«Viviamo un tempo di crisi, però le crisi nascondo sempre una opportunità. Del resto la parola crisi deriva dal greco crisis, che significa scelta, decisione: le crisi costringono a mettersi in discussione, a schierarsi, non consentono di tentennare. Nessuno stato può governare le crisi del nostro tempo, per questo l’Italia è una convinta sostenitrice del multilateralismo e della sua istituzione piu’ rappresentativa che e’ l’Onu, nella quale ogni voce viene ascoltata: il luogo nel quale siamo chiamati ad imparare, a capirci e a rispettarci», ha aggiunto la premier. 

L’intervento

«Chiaramente ogni organizzazione e efficace se le sue regole sono regole giuste e condivise — aggiunge -. Per questo noi siamo convinti che qualsiasi revisione della governance delle Nazioni Unite, particolarmente per quello che riguarda il Consiglio di Sicurezza, non possa prescindere dai principi di eguaglianza, democraticita, rappresentativita. La riforma ha un senso se viene fatta per tutti e non solamente per alcuni». «Non ci interessa creare nuove gerarchie e non crediamo che esistano nazioni di serie A e nazioni di serie B. Esistono le nazioni con le loro storie, con le loro peculiarità e con i loro cittadini che hanno tutti gli stessi diritti perche gli individui nascono tutti liberi e uguali. Significa anche che dobbiamo pensare in modo nuovo alla cooperazione tra le nazioni. L’Italia lo ha fatto per esempio con il piano Mattei per l’Africa, un piano di investimenti pensato per cooperare con le nazioni africane attraverso un approccio che non e né paternalistico né caritatevole né predatorio ma basato sul rispetto e sul diritto per ciascuno di poter competere ad armi pari», ha detto ancora Meloni. 

Il futuro

«Quando parliamo di sviluppo, non possiamo non occuparci delle nuove frontiere del progresso tecnologico, a partire dall’intelligenza artificiale generativa, un fenomeno del quale, consentitemi, temo che non si abbia ancora sufficiente consapevolezza», ha aggiunto la premier. «L’intelligenza artificiale è soprattutto un grande moltiplicatore, ma la domanda alla quale noi dobbiamo rispondere e che cosa vogliamo moltiplicare? — chiede -. Per capirci, se questo moltiplicatore venisse utilizzato per curare malattie che oggi sono incurabili, allora quel moltiplicatore concorrerebbe al bene comune, ma se invece quel moltiplicatore venisse utilizzato per divaricare ulteriormente gli equilibri globali, allora gli scenari sarebbero potenzialmente catastrofici. Le macchine non risponderanno a questa domanda. Noi possiamo farlo, la politica deve farlo ed è la politica che deve garantire che l’intelligenza artificiale rimanga controllata dall’uomo e mantenga l’uomo al centro».

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