17.05.2025
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Politics

Meloni premiata da Musk (in attesa di investimenti). Equilibrio su Trump-Harris


«Un’alleanza trans-oceanica». La chiamò così il Wall Street Journal qualche tempo fa la strana amicizia che lega la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il poliedrico multimiliardario Elon Musk. Un legame difficile da raccontare ma già consolidato attraverso una visita a palazzo Chigi e un passaggio da ospite d’onore dell’imprenditore sul palco di Atreju (la festa di FdI). Un’intesa che Meloni, anche sfidando in qualche modo Matteo Salvini o generando un po’ di indignazione nei think tank americani, pare intenzionata non solo a rafforzare con la consegna — dalle mani dell’imprenditore — del Global citizenship award di cui è stata insignita dall’Atlantic Council, ma soprattutto spingendola ben oltre i confini oceanici, puntando allo spazio. Come rivelato dal vicepremier Antonio Tajani al Messaggero, la scelta di farsi premiare da Musk non è dovuta ad un posizionamento “politico” nell’ottica di avvicinarsi a Donald Trump (di cui il sudafricano è diventato alfiere in questi mesi di campagna elettorale), ma alla volontà di attrarre investimenti in Italia.

GLI INVESTIMENTI

Se l’idea che il colosso dell’automotive Tesla potesse aprire degli stabilimenti produttivi nel Belpaese come una gigafactory per le batterie agli ioni di litio sembra infatti essere stata accantonata (almeno per il momento), Musk guarda con interesse all’Italia per altri due dei suoi gioiellini: Starlink e SpaceX. Il nuovo quadro regolatorio approvato a giugno dall’esecutivo consente ad aziende straniere del settore spaziale di operare nel Paese, con l’obiettivo di generare 7,3 miliardi di euro di investimenti nel settore entro il 2026. Le possibilità, ragionano nell’esecutivo, sono potenzialmente infinite. Se dell’idea che l’azienda con cui il miliardario è in grado di offrire connessioni internet super veloci da satellite Starlink potesse entrare nel capitale di Telecom è già stata avanzata in passato, a prendere quota potrebbe essere un approdo in Italia di SpaceX, il colosso aerospaziale privato che oltre a consentire ai più ricchi della terra di farsi una “vacanza” in orbita è anche ormai partner fondamentale delle più grandi agenzie spaziali del mondo. Che possa trattarsi di uno stabilimento produttivo o di un centro di ricerca è presto per dirlo. Ciò che è certo è che nell’incontro che anticiperà la premiazione la comunione di intenti manifestatasi tra Musk e Meloni può facilmente estendersi anche al campo della libertà di espressione (il social “X” è finito sotto la lente della Commissione Ue nelle scorse settimane e potrebbe ricevere un’imponente sanzione a breve, imponendo al miliardario di trovarsi un “amico” nel nuovo assetto a Bruxelles) o dell’Intelligenza artificiale, su cui la premier ha dimostrato di tenere moltissimo durante la sua presidenza del G7 e di cui tornerà a parlare nei suoi interventi al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di domani. Non a caso ieri la premier ha incontrato, con lo stesso interesse relativo all’Ia, i vertici di Google e Microsoft

L’EQUILIBRISMO

Discorsi molto attesi in cui la premier, pur schierandosi ancora accanto a Joe Biden sull’Ucraina come nella lotta contro le droghe sintetiche, dovrà mantenere l’equilibrio ormai consueto tra Trump e Kamal Harris. Come ha già chiarito infatti, Meloni non intende schierarsi da una parte o dall’altra nella consapevolezza che un’alleanza tanto profonda come quella tra Roma e Washington non possa passare per gli schieramenti d’appartenenza dei governi che sono al potere in un dato momento. Per di più in uno scenario in cui entrambi i candidati alla Casa Bianca nascondono opportunità e insidie per la premier. Se è vero che una vittoria del Tycoon al voto del prossimo 5 novembre la vedrebbe beneficiare di una maggiore vicinanza ideologica (al di là delle incognite che Trump oggi rappresenta per i rapporti commerciali italiani ed europei), lo è pure che quella della donna — ne sono convinti tra i meloniani — metterebbe un po’ in imbarazzo la sinistra italiana. Harris infatti, come evidenziano le dichiarazioni sul possesso di una pistola e sulla possibilità di usarla, incarna l’anima moderata del suo partito, proprio come lo era Starmer prima del suo approdo a Downing street, dimostrando che la sinistra vincente non è quella incarnata da Elly Schlein.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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