17.05.2025
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Politics

noi centrali in Ue e in Italia


ROMA Si sente forte il Ppe per come ha chiuso la partita delle euro-nomine — «Abbiamo quindici commissari, e tra questi includo anche il nostro amico Fitto, che viene dalla nostra famiglia popolare ed è un moderato e europeista come noi», dice il presidente Manfred Weber — e per celebrarsi arriva a Napoli da domani a venerdì. Con tutti i suoi 141 parlamentari di Strasburgo e Bruxelles e tre capi di Stato, i premier di Croazia, Grecia e Lussemburgo, il Ppe al palazzo reale festeggia se stesso e festeggia Forza Italia che in quella famiglia è il partito che sta dando maggiori soddisfazioni e ha un trend di crescita positivo, come mostrano gli ultimi sondaggi che lo collocano all’11 per cento, e in più è diventato politicamente sexy a giudicare dalle richieste di adesioni e dai nuovi arrivi di parlamentari dall’area centrista e perfino da quella stellata: da Giuseppe Castiglione a Enrico Costa, da Antonio Salvatore Trevisi a Giorgio Lovecchio (ex grillini) e potrebbero esserci tra poco altri ingressi. «Il nostro partito azzurro è centrale in Europa e in Italia», dice Fulvio Martusciello, capo-delegazione forzista all’Europarlamento e genius loci del summit napoletano del Ppe a Palazzo Reale.

I popolari europei hanno scelto l’Italia e Napoli per queste giornate di studi strategici — sono invitati anche decine di intellettuali e docenti internazionali e italiani, dal filosofo Sebastiano Maffettone al politologo Giovanni Orsina, e ci saranno il video-saluto di von der Leyen, la presenza di Roberta Metsola e quella di tutti i ministri azzurri — e si tratta del riconoscimento per un dinamismo politico azzurro che fa felice quella parte politica ma sta preoccupando Fratelli d’Italia. In cui diversi ministri, e anche importanti esponenti a Palazzo Chigi, non nascondono che il rafforzamento di Noi Moderati, cioè del partito di Lupi a cui stanno per aderire Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, che sarebbero comunque state poco gradite in Forza Italia, serve a creare un altro centro nel centrodestra affinché non si allarghi troppo il partito tajaneo. «Due stampelle al centro sono meglio di una», è il ragionamento meloniano, che tradisce una certa apprensione nei confronti del protagonismo non sempre accomodante, si vede per esempio sulla tassazione degli extra-profitti delle banche o sulla autonomia differenziata, da parte degli azzurri.

E così, a Napoli, fino a venerdì, il Ppe mostrerà i suoi cervelli e i suoi muscoli. In questo ambito Forza Italia si sente particolarmente motivata e vuole giocare a tutto campo. Non sta passando inosservata l’apertura che proprio Martusciello ha fatto in queste ore al sindaco democrat di Napoli, Manfredi, come «miglior candidato in questo momento a presiedere l’Anci», e lo stesso Manfredi ricambia chiedendo al Pd di votare in Europa per Fitto, che il Ppe (Manfredi dixit) considera uno dei suoi. E quando Martusicello ha chiesto a Manfredi, l’altro, giorno, «tu per chi voteresti come presidente della Regione, il sottoscritto o De Luca al terzo mandato?». Risposta: un simpatico occhiolino, che vuol dire tutto e vuol dire niente, ma sarebbe potuto esserci un endorsement forte e chiaro per don Vincenzo e per ora non c’è stato.

COMPETIZIONE

Forza Italia che sta puntando alla presidenza regionale in Campania è quella che così — se dovesse vincere e in tal senso aiuterebbe un sostegno proveniente da una parte dei 5 stelle — finirebbe per togliere l’intero Sud a FdI: in Molise, in Basilicata, in Calabria e in Sicilia già governa e avrebbe una poltronissima in più a cui i meloniani terrebbero assai. E andando verso Nord, ecco il Veneto dove gli azzurri vorrebbero schierare Flavio Tosi, proprio nella regione che FdI ha messo nel mirino per toglierla alla Lega se non si arriva all’ennesimo mandato per Luca Zaia. La competition is competition tra azzurri e meloniani è un po’ dappertutto e su tutto, senza che ovviamente esistano possibilità di rotture dell’alleanza, e figuriamoci. Ma per esempio anche sulla Rai, esistono problemi di lotte di potere interne al centrodestra (un parte di FdI avrebbe messo gli occhi o almeno rivolto le speranze o le velleità addosso alla direzione del Tg2 del tajaneo Preziosi). E la storia della tassa sulle banche per la quale l’altro giorno La Russa si è scagliato molto duramente contro Tajani e il ministro — che a Napoli sarà il mattatore — ha ribattuto in maniera tagliente parlando del caso Santanché.

Nel summit del Ppe naturalmente non saranno sul tappeto questi temi, ma ci sarà — come dice Martusciello — «la centralità di Forza Italia nel centro europeo e nel centro del governo italiano»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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