19.05.2025
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Politics

«Siamo in anticipo sul Pnrr grazie a tutor e laboratori»


se gli ultimi 4 anni registrano un risultato positivo al contrasto della dispersione scolastica, ancora meglio potrebbe andare questo 2024. Le rilevazioni al 31 dicembre 2023 vedono infatti gli abbandoni al 10,5%, minimo storico e con un netto calo rispetto al 13,3% del 2019. Ma adesso, mettendo lo sguardo sui dati più recenti raccolti da Invalsi al 31 maggio 2024, i risultati sono ancora più incoraggianti. La quota degli abbandoni scolastici prima del diploma è infatti calata ulteriormente, scendendo per la prima volta sotto la soglia del 10%. E non di poco. A fornire questi dati, con soddisfazione, è il ministro all’Istruzione e al merito Giuseppe Valditara: «Secondo le stime di Invalsi il dato nazionale della dispersione scolastica per il 2024 è sceso ulteriormente al 9,4%. Non è mai stato così basso». Quindi oltre un punto percentuale in meno in un anno e decisamente al di sotto del traguardo Pnrr per il 2026 fissato al 10,2% e molto vicino all’obiettivo Ue per il 2030 del 9%.

IL PIANO

Il contrasto alla dispersione scolastica è tra gli obiettivi del Pnrr, quindi di primaria importanza per l’Italia, su cui il ministero di viale Trastevere ha concentrato notevoli sforzi. Il ministro Valditara ha avviato il piano Agenda Sud proprio per consentire interventi mirati sul territorio. «Contro la dispersione scolastica sono stati stanziati 325 milioni, tra fondi Pnrr e fondi ministeriali — spiega Valditara — si tratta di risorse utilizzate per finanziare attività didattiche anche extrascolastiche. Un intervento mirato a potenziare le competenze trasversali degli alunni per accompagnarli il più avanti possibile negli studi».
Nelle scuole, grazie a queste risorse, vengono avviati corsi di potenziamento della didattica ma anche di teatro, musica e sport pomeridiani. L’obiettivo è far sentire gli studenti in un ambiente che li accoglie e li aiuta a crescere e a formarsi a 360 gradi.
L’intervento riguarda tutte le scuole primarie del Mezzogiorno, ci sono poi le realtà più fragili su cui si concentra un’ulteriore attenzione: «Attraverso i dati Invalsi — sottolinea infatti il ministro spiegando come si muove il ministero per affrontare le realtà più critiche — sono stati individuati 245 istituti, metà del primo ciclo e metà del secondo ciclo, in cui si presentano appunto le maggiori fragilità. Questi istituti possono contare su 140mila euro per avviare progetti e per avere docenti aggiuntivi, circa 5 per istituto, proprio per seguire e accompagnare gli studenti maggiormente a rischio di abbandono».

GLI OBIETTIVI

I risultati stanno arrivando. Agenda Sud va avanti e si registra, sicuramente anche grazie ad altre attività messe in campo sul territorio ad esempio con il terzo settore, un trend positivo tra i ragazzi che riescono a portare a termine gli studi almeno fino al diploma. Il progetto Agenda Sud prevede di fatto di coinvolgere i ragazzi sia sul piano didattico sia sul piano delle competenze extracurriculari, intervenendo nelle realtà a rischio sotto diversi punti di vista: «Sono state create anche 15 reti di scuole, a partire da quella di Caivano ma penso anche alle scuole della Locride tra le prime a partecipare, in cui l’istituto principale si fa capofila di progetti su tutto il territorio. Ogni rete avrà 1 milione di euro — spiega il ministro Valditara — per avviare attività extrascolastiche con associazioni e terzo settore». Non solo Sud, i dati confermano infatti che la dispersione riguarda tutto il territorio nazionale, a macchia di leopardo, anche le realtà periferiche delle grandi città. Quest’anno partirà quindi anche Agenda Nord, per contrastare l’insuccesso formativo nelle scuole delle periferie urbane dal Nord al Centro Italia: «Per finanziare questo progetto — assicura Valditara — ho già stanziato con decreto 220 milioni di euro». C’è poi un altro aspetto della dispersione scolastica: quella implicita, si tratta di quel fenomeno altrettanto allarmante per cui lo studente pur raggiungendo il diploma non arriva a possedere le competenze previste dal suo titolo di studio. Si calcola con la percentuale degli allievi che mostrano risultati insoddisfacenti in tutte le prove Invalsi, quindi italiano, matematica e inglese. Anche in questo ambito la scuola italiana ha messo a segno risultati assolutamente positivi, scendendo dal 8,7% del 2023 al 6,6% del 2024, vale a dire oltre due punti percentuali in un solo anno, soprattutto al Sud dove le percentuali di dispersione implicita erano da sempre preoccupanti: «La novità più significativa — spiega il ministro — riguarda proprio le regioni del Meridione che recuperano in maniera decisamente rilevante. Nel 2024 infatti, per la prima volta, la percentuale di dispersione implicita media nelle regioni del Sud scende sotto la soglia del 10%, arrivando al 9,2%, con solo due eccezioni: la Campania con il 15,7% e la Sardegna con l’11,3%. Sono percentuali che, pur restando sopra il 10%, mostrano comunque un calo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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