19.05.2025
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Politics

«È stato vittima di un’imboscata»


«Un’imboscata». Un tranello, insomma. Magari – è il non detto – ordito da qualcuno che voleva assestare un colpo a Palazzo Chigi. Che dietro al caso Sangiuliano-Boccia possa esserci una «regia occulta», che insomma una qualche «manina» abbia armato la bacheca social di Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice di Pompei che con le sue «rivelazioni» ha già fatto dimettere il ministro della Cultura e lascia intendere di essere pronta a nuovi fuochi d’artificio, è un’idea che dentro Fratelli d’Italia ha preso piede fin da subito. Ipotesi condivisa pure dall’ex titolare del Mic, determinato ad andare «fino in fondo» alla vicenda che lo ha disarcionato dal Collegio Romano.

E ieri l’idea di un disegno diretto a colpire l’ex direttore del Tg2 o altri membri del governo è stata rilanciata anche da un altro esponente di punta dell’esecutivo, Matteo Piantedosi. Secondo cui Sangiuliano «è stato vittima di un’imboscata». Parole accolte da un lunghissimo applauso, quelle che il titolare del Viminale ha pronunciato ad Avellino, alla conferenza programmatica regionale di FdI. Il giornalista appena rientrato in Rai, osserva Piantedosi, «è stato un ministro di grande valore. E oggi, libero da responsabilità di governo, avrà maggiori possibilità di difendere il suo operato e la sua moralità».

Il ministro dell’Interno non aggiunge altro, sul caso. Ma dentro FdI, a taccuini chiusi, c’è pure chi collega l’accaduto alla possibilità – ventilata nelle settimane e nei mesi scorsi – che quello di Sangiuliano potesse essere il profilo giusto da candidare come governatore in Campania nel 2025. Un ruolo nel Boccia-gate, è insomma uno dei sospetti che circolano, l’avrebbe ricoperto qualcuno che voleva sabotare la corsa del ministro, per tramite dell’imprenditrice di Pompei.

NESSUN RISCHIO AL G7
Ipotesi che si rincorrono, tra i meloniani. Quel che è certo, sempre a proposito delle regionali campane, è che nell’occasione Piantedosi si è chiamato fuori una volta per tutte dalla competizione: «Come ho detto più volte, non credo sia qualcosa che faccia parte della mia storia personale, professionale e istituzionale». Ma soprattutto ha rassicurato su uno dei temi esplosi nei giorni caldi del Boccia-gate, la possibilità che documenti e piani riservati relativi all’organizzazione del G7 della Cultura a Pompei fossero finiti in mani sbagliate. Invece quelle vicende «mai hanno inciso sulla cornice della sicurezza» del summit, ribadisce Piantedosi: «I problemi inerenti la sicurezza dei G7 Cultura a Napoli e Pompei sono identici a quelli che abbiamo affrontato per il G7 Interni a Mirabella Eclano», in Irpinia.

Nessun allarme dovuto alla mail inviata dal direttore del Parco archeologico che Boccia leggeva in copia, dunque. L’imprenditrice, intanto, dopo una sequela di post con due attestati che dimostrerebbero le docenze in due diversi master alla Federico II di Napoli e all’Università della Campania Luigi Vanvitelli (entrambe le università hanno però circoscritto molto la portata degli incarichi, con l’ateneo napoletano che parla di un documento «non ufficiale»), ieri è rimasta in silenzio sui social. Nessun commento sulla smentita della Sapienza, che al Messaggero ha fatto sapere di non avere alcun tipo di collaborazione con l’imprenditrice (rapporto che invece la donna vantava su Facebook).

Intanto proseguono le indagini della Corte dei conti, che valuta eventuali profili di danno erariale dalle trasferte con il ministro a cui ha partecipato Boccia. Due in particolare sarebbero i viaggi per altrettante rassegne finiti sotto la lente: una a Riva Ligure l’11 luglio, giorno del compleanno dell’imprenditrice (il sindaco ha affermato che Boccia e Sangiuliano erano suoi ospiti) e una due giorni dopo a Polignano. In questo caso questo caso, gli organizzatori avrebbero messo in conto alla manifestazione aerei, pasti e tre stanze d’albergo.

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