21.05.2025
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Politics

«Al M5S non serve un Sopra-elevato»


«Non resto se c’è un soggetto “sopraelevato” nel M5S». Giuseppe Conte detta le sue condizioni e alla festa romana del Fatto Quotidiano mette ancora in guardia Beppe Grillo: «Non ci siamo più sentiti, né mi ha chiamato. Evidentemente deve andare così ma qui la questione non è Grillo contro Conte. È Grillo contro una comunità che vuole discutere». Quello del leader M5S pare quasi un aut-aut: «Non accetterò mai di vivere in una comunità in cui c’è un soggetto “sopraelevato” rispetto alla comunità stessa. Se passa questo principio, e non vedo come possa passare, io non potrei esserci».

Conte, attacco a Grillo: «Non resto tra i 5Stelle se c’è un soggetto sopraelevato». Schlein a Cernobbio: «Valutiamo se votare Fitto in Ue»

IL PROCESSO COSTITUENTE

Ora, sostiene il leader M5s, la priorità è rinnovarsi: «Dobbiamo interpretare i bisogni di oggi, non di 15-20 anni fa. Se fosse possibile applicare la stessa ricetta di allora probabilmente non sarei stato chiamato e coinvolto. Evidentemente c’è una ricetta che non funziona più».

Per questa ragione, l’ex premier ricorda di aver lanciato un processo costituente «mai fatto da alcun partito in Europa: mi ha fatto sorridere che chi ha lanciato l’idea della democrazia dal basso venga meno proprio ora che si sta realizzando un vero processo di partecipazione».

Sulle questioni interne da risolvere, secondo Conte, il garante «dovrebbe rispettare l’impegno contrattuale», proprio perché nel contratto «ci sono specifici obblighi e serve a evitare future discussioni». Sullo sfondo aleggia sempre l’ipotesi di una scissione: «È una prospettiva a cui non abbiamo pensato né immaginato — sostiene il leader del M5S — mi sorprenderebbe, sarebbe la massima contraddizione. Nella nostra storia prima i quesiti erano imposti dall’alto, ora partono dal basso e dovremmo perdere il garante? Che logica c’è?».

Ci sono poi anche discussioni attorno al simbolo, «già cambiato più volte nella storia del Movimento — ricorda Conte — noi abbiamo messo la parola pace. Se il simbolo resta identico va benissimo. Sono il leader che ha avviato il confronto, quindi non è detto che il simbolo verrà cambiato. Magari i nostri iscritti non vorranno farlo e andrà benissimo così». Sul doppio mandato «io non c’ero — aggiunge — si sono inventati con Grillo compiacente il mandato zero. Io non ho detto che dobbiamo cambiare, ma che dobbiamo ascoltare».

Infine una stoccata anche a Matteo Renzi, impegnato da settimane a riallacciare i rapporti col centrosinistra. Su questo Conte è ancora più chiaro: «Non potremo mai lavorare e costruire un progetto con Renzi». E ribadisce come non sia interessato a scendere a patti con chi «fino a ieri ha votato con la Meloni, poi ha perso le elezioni e decide di ritornare». La risposta di Renzi, affidata a X, non si è fatta attendere: «Con la linea Schlein-PD si costruisce una coalizione e si vincono le elezioni, con la linea Conte-Fatto Quotidiano si mettono i veti e vince la Meloni». Le differenze sono però enormi, come sottolinea lo stesso leader di Italia Viva: «Conte ha firmato i decreti Salvini, io le unioni civili. Lui ha fatto il Superbonus, io Industria 4.0. Tifa per Donald Trump, io per Kamala Harris. Ha difeso Sangiuliano, io ne ho chiesto le dimissioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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