Se oggi i videogiochi si possono definire a tutti gli effetti opere interattive complesse che prescindono dalla semplice funzione ludica (tanto da meritarsi anche una sezione dedicata al Museo del Cinema di Torino), lo si deve almeno in parte al genere che più di tutti lo caratterizzò negli Anni 80, ovvero il «platform». Per spiegare di cosa si tratti ai meno esperti in materia, basta citare Super Mario Bros., l’idraulico virtuale di Nintendo che saltellando in luoghi coloratissimi su funghi, strane piattaforme e teste dei buffi nemici ha scritto la storia dei videogame. Un genere, il platform, che è passato dal 2D al 3D e che nell’epoca dell’ultra definizione ogni tanto fa capolino sul mercato con titoli dedicati in parte ai nostalgici e in parte ai più giovani, con l’obiettivo di far scoprire a questi ultimi la magia che si nasconde nella semplicità di guidare un personaggio in mondi fantastici, leggeri e che al contempo mettono a dura prova le abilità dei giocatori con il controller.
Forse però nessun tentativo finora è stato così riuscito come Astro Bot, nuovo titolo sviluppato dal team giapponese Asobi e uscito venerdì per Sony PlayStation 5. La storia è molto semplice, quasi elementare: una navicella spaziale a forma di PlayStation 5 viene attaccata da una forza malvagia e va in mille pezzi. Un eroico robottino deve recuperarne varie parti e l’equipaggio, composto da tanti suoi simili (tra questi ci sono 150 personaggi che fanno riferimento a grandi classici videoludici Sony, da Crash Bandicoot a Kratos di God of War), sparsi in un intero universo composto da galassie bizzarre. Ci si ritrova a esplorare, raccogliere monete e sconfiggere nemici in «quadri» tra le nuvole, o nella giungla, o ancora in città infestate o tra le onde degli oceani.
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LE MECCANICHE
Se la struttura, la narrazione e anche le meccaniche del gioco sono semplicissime, in realtà il titolo nasconde una raffinatissima complessità tecnica, oltre che a un’ironia e una tenerezza di fondo che rende l’esperienza davvero godibile. Astro Bot è infatti il primo gioco che sfrutta appieno le potenzialità del DualSense, il controller di Ps5 dotato di motori interni che rendono le vibrazioni estremamente realistiche, dei grilletti adattivi (la cui resistenza varia in base alle situazioni in cui vengono usati nel videogame) e di un altoparlante integrato che riproduce suoni del tutto indipendenti dalla (bellissima) colonna sonora che accompagna il giocatore a spasso tra le galassie. E no, non pensate che sia una cosa da bambini, perché quella di Astro Bot è una magia che fa bene anche (e soprattutto) agli adulti.
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