22.05.2025
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Sports

Jannik ad un passo dal secondo Slam della carriera


Il tennis è lo sport inventato dal diavolo. E quindi non si può scommettere alla cieca su Jannik Sinner campione degli US Open, stasera alle 20 italiane a New York, in quella che sarà la prima finale maschile di un tennista italiano e del Profeta dai capelli rossi in questo Slam, l’ultimo della stagione (non dimentichiamo lo storico derby del 2015 Flavia Pennetta-Roberta Vinci).

Sinner ad un passo dal secondo Slam della carriera 

In questa stupefacente stagione con 54 partite vinte (solo 5 perse), il 23enne altoatesino ha conquistato il primo Slam a gennaio agli Australian Open e, pur fra alti e bassi, dopo marzo, fra i problemi all’anca e le ansie della vicenda doping — assolto in primo grado, attende martedì gli esiti della WADA — ha siglato un impressionante 5-0 nelle finali 2024, continuando a riscrivere la storia del nostro tennis dopo aver riportato a novembre la coppa Davis dopo 47 anni. Bravo, bravissimo e convincente sempre. Ma non possiamo assegnare la corona virtuale di New York al campione strappato allo sci anche per rispetto del suo avversario di oggi, il 26enne Taylor Fritz, il californiano alto, forte e bello da Baywatch che, superando Zverev e Tiafoe, dopo 4 stop nei quarti Major, realizza le enormi promesse da “nuovo Pete Sampras” e minaccia il primo numero 1 del mondo italiano col servizio-bomba, i progressi di tenuta psicofisica e l’1-1 nei testa a testa (sempre a Indian Wells, ma l’anno scorso pro-Sinner).

Forte anche dello stadio più grande del mondo, l’Arthur Ashe, da 23.771 spettatori, che attende da 21 anni, da Andy Roddick 2003, un eroe di casa. E ribollirà di patriottismo. «Ma io me l’aspetto, è normale, come me a Roma», parla già Jannik.

COCKTAIL EPLOSIVO

Come i campioni più consumati, anche Sinner, ha cominciato il torneo a rilento: ha perso il primo set contro McDonald, ha dominato in 3 Michelson e O’Connell, ha avuto bisogno di due tie-break per deludere le speranze di Paul, ha concesso un set all’ex bestia nera Medvedev e quindi, pur giocando maluccio, con tante amnesie al servizio, ha regolato l’amico Jack Draper, 25 del mondo e rivelazione del torneo (37-0 quest’anno contro gli over 20, 54-1 da Wimbledon!). Mai nel torneo ha dato la sensazione di poter perdere il confronto, anche contro un amico come il mancino inglese di qualità, anche quando s’è sorretto malamente, cadendo, sulla mano sinistra, facendo tremare mezza Italia davanti alla tv («Tutto bene, solo una botta», garantisce).

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Da legittimo numero 1, mix esplosivo di fenomeni di ieri: la concentrazione e l’atteggiamento di Bjorn Borg, il soffocante corri e tira da fondo di Andre Agassi, la risposta e la capacità di giocare i punti importanti di Novak Djokovic. Del resto, le espressioni e le reazioni degli avversari, uniti ai punteggi dei match spesso in discesa, più le parole sempre di stima dei battuti corroborano questa realtà. Come scherza Draper dopo che Jannik gli ha fatto vomitare l’anima («per l’ansia», spiega) e poi domarlo per 7-5 7-6 6-2: «Non riesco proprio a trovargli difetti, forse è troppo gentile». Firmando il 15° tie-break degli ultimi 16 nella partita più vista su SuperTennis: 744.010 spettatori medi, quasi 2 milioni (1.981.918) contatti unici.

Jannik celebra l’avversario

Jannik è il numero 1 anche nei comportamenti, grazie all’ottima educazione familiare. L’avversario appena battuto riceve sempre il suo plauso: «È stata una partita complicata, Jack ha giocato benissimo, poi è calato un po’ fisicamente, forse ha accusato un calo mentale, sotto di due set a zero. Io ho cercato di stare lì mentalmente, ho provato a muoverlo e a pressarlo di più, ho cambiato un po’ le carte in tavola. Credo di aver gestito in modo intelligente le situazioni. Sono abbastanza sicuro che potenzialmente potrà vincere dei titoli importanti».

Il cammino nel torneo: «Abbiamo cominciato il torneo senza troppe aspettative. Pian piano, lavorando duramente in allenamento, ho cercato di ritrovare ritmo, fiducia nei colpi e sensazioni migliori». La finale inedita: «Questa domenica sarà un giorno speciale. Tra Melbourne e New York ho fatto tanti buoni risultati, ho passato tanti momenti positivi, tanti momenti di difficoltà, momenti non semplici. Sono davvero contento di avere un’altra opportunità negli Slam». Dicci un debolezza, Mr Sinner perfetto, a parte la collega Anna Kalinskaya sempre più presente? «Il gioco a rete, a volte sbaglio le volée. La scelta dei colpi non è ancora perfetta, credo di poterla migliorare un po’». E se fosse lui il diavolo?

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