È ufficiale. La partecipazione del 15,6% in Commerzbank entra nel piano dismissioni a breve termine del governo tedesco. Una mossa decisa per fare cassa ma anche per segnare il nuovo corso della banca strappata dal baratro nel pieno della crisi finaziaria scatenata dal crack di Lehman Brothers. Il governo tedesco era stato costretto a infilarsi nel 2008 per stabilizzare l’istituto e salvarlo dalla tempesta, ma è arrivato il momento di uscire dal dossier. Quanto graduale sarà il disimpegno è però ancora tutto da capire.
«La vendita sarà trasparente, non discriminatoria e market-friendly», ha annuncia l’Agenzia finanziaria tedesca, che gestisce la partecipazione che ha al momento un valore di mercato di 2,5 miliardi di euro. La Germania, che ha iniettato in Commerzbank 18,2 miliardi recuperandone fino ad ora 13,15, si accoda così ad altri Paesi europei, come la Gran Bretagna, l’Italia, l’Olanda e la Grecia, che stanno smobilizzando le partecipazioni acquistate in alcune loro banche durante la crisi finanziaria, capitalizzando le alte quotazioni prima del taglio dei tassi da parte della Bce. L’ingresso in Commerzbank «è stato importante per proteggere la stabilità del mercato finanziario nel mezzo della crisi bancaria», ha dichiarato il sottosegretario alle Finanze e presidente del competente comitato direttivo interministeriale, Florian Toncar. «Commerzbank è di nuovo un istituto stabile e redditizio. Di conseguenza, il governo federale venderà gradualmente le sue azioni». «La situazione economica della banca è costantemente migliorata dal 2021» e «la risposta logica» del governo è «di ridurre la propria partecipazione» e «iniziare il processo di uscita», ha commentato da parte sua Eva Grunwald, membro del comitato esecutivo dell’Agenzia finanziaria tedesca. «L’idea della stabilizzazione era quella giusta»: il governo ha evitato «un effetto domino con imprevedibili conseguenze macroeconomiche».
Ora l’accelerazione nel piano dismissioni si colloca nel contesto della più complessiva che sta attraversando l’economia tedesca, entrata in una fase di recessione che condiziona anche le scelte strategiche di posizionamento. Ma anche nel nuovo scenario politico che vede la coalizione di Olaf Scholz sempre più in bilico. Fare cassa ma anche ridurre l’indebitamento delle aziende nella proprietà pubblica, potrebbe diventare una priorità per il governo tedesco che punta a raccogliere fino a 4 miliardi di euro, vendendo alcune quote delle oltre 100 società partecipate.
In effetti già da inizio anno rimbalzano sul mercato ipotesi di riposizionamento della sesta banca del paese. La spinta per una fusione con Deutsche bank si è dissolta in breve. Ma ora sembrano maturate le condizioni almeno per un primo alleggerimento della participazione. visto che il titolo di Commerzbank che è in rialzo del 20% da inizio anno e a maggio ha toccato i massimi da un più di un decennio. Grazie alla spinta dei tassi la banca ha chiuso il 2023 con un utile salito del 55% a 2,2 miliardi, il miglior risultato dal 15 anni a questa parte. La mossa del governo potrebbe ora riaccendere una nuova ondata europea di fusioni e acquisizioni. Già a maggio, con l’offerta di acquisto ostile presentata da Bbva sul Banco Sabadell, il mercato aveva iniziato a considerare l’avvio di una fase di consolidamento. Negli ultimi dieci anni sono state diverse le grandi banche europee che hanno approcciato Commerzbank per un potenziale acquisto, tra cui BNP Paribas, ING Groep e UniCredit, ma il deal non è mai andato in porto.
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