23.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Politics

«Cambiamo quel che non funziona, non sperperiamo le risorse»


Concentrare le risorse su quel che conta. Senza buttarle in mille rivoli e vane promesse. Repetita iuvant. A due giorni dal discorso di spogliatoio al governo durante il vertice di maggioranza e il Cdm venerdì, Giorgia Meloni parla agli elettori, perché i suoi ministri e parlamentari intendano: la prossima sarà una manovra sobria, non l’ennesimo libro dei sogni.

Il sondaggio

Ai microfoni di Affariitaliani.it la premier commenta il sondaggio realizzato dalla Piazza di Ceglie Messapica, tradizionale kermesse politica nel cuore della Valle d’Itria organizzata dal giornale diretto da Angelo Perrino. Risultato: il 58,2 per cento degli italiani «promuove la premier» e il 57,9 per cento la considera «una leader matura«. Niente male, se è vero che l’anno scorso la fiducia nella timoniera di Palazzo Chigi, così almeno rilevarono dal palco della Piazza, era inferiore di 3 punti. Ci sarebbe da brindare, se non fosse per i nuvoloni che si addensano sul governo con l’arrivo della finanziaria e un caldissimo autunno dei conti. Citofonare a Giancarlo Giorgetti, il ministro a caccia di risorse per riempire la nuova legge di bilancio.

L’ombra della manovra

L’obiettivo è scritto per ora a matita: 25 miliardi. Peccato ne manchino, a bocce ferme, una dozzina. Dove ritagliarli? Meloni intanto mette in guardia i suoi. «Sono convinta, lo sono sempre stata, che gli italiani vogliano un governo che ha il coraggio di cambiare quello che non funziona. Che concentra le risorse su quello che è importante senza sperperarle«, dice la presidente del Consiglio ad Affariitaliani.it. Avviso ai naviganti in vista della finanziaria: piano con le promesse, le mance e le mancette, le bandierine di partito. Quest’anno, più ancora dell’anno scorso, i margini sono stretti.

Famiglia e imprese, le direttrici. Taglio del cuneo fiscale (come l’anno scorso) e dell’Irpef due tra le priorità. «Cambiare quello che non funziona«, ricorda oggi Meloni. E il pensiero corre subito al Superbonus targato M5S odiatissimo dal centrodestra al governo perché, come non manca di ricordare Giorgetti, ha lasciato «una voragine» nei conti pubblici ed è ancora una zavorra per la terza finanziaria firmata Meloni.

La diplomazia

Fin qui i conti. Poi c’è la politica estera, altro nervo scoperto in questa ripartenza post-agostana. Interrogata, la premier si dice fiera di un governo «che rappresenta l’Italia nel mondo con autorevolezza e affidabilità». E ancora: «È quello che cerchiamo di fare ogni giorno e sono molto felice che lo vedano. Motivo in più per andare avanti ancora più determinati». Nega insomma le crepe interne alla maggioranza sulla linea diplomatica che pure le rinfacciano in coro le opposizioni.

Qualcuno ha detto Ucraina? L’incidente comunicativo — con la fuoriuscita di una versione precedente del comunicato congiunto dei leader che criticava l’invasione ucraina nella regione russa del Kursk, poi cancellata dalla versione finale — ha scatenato le opposizioni. Ma da Palazzo Chigi hanno fatto muro: la linea su Kiev è una ed è «sostenere senza se e senza ma«, come ha detto il ministro degli Esteri Tajani a questo giornale, il Paese aggredito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]