Il mercato è terminato. Non è stata una sessione facile per il Napoli che ha dovuto combattere sin dai primi giorni con le grane legate a Di Lorenzo e Kvaratskhelia, rimasti nonostante prima del ritiro azzurro sembravano già con un piede fuori da Castel Volturno. Ristabilita la pace con il numero 77 e il capitano, dal mercato, oltre a Spinazzola a parametro zero, sono arrivati: Buongiorno (35 milioni), Marin (12 milioni), Gilmour (14 milioni), McTominay (30,5 milioni), Neres (28 milioni) e il tanto richiesto Lukaku (30 milioni).
La gestione (sbagliata) del caso Osimhen
Un investimento da parte della società azzurra pari a 138 milioni di euro, a fronte dei 149,5 spesi e gli 11,5 incassati dalle cessioni. È la squadra che in Serie A ha investito di più, ma la sensazione è che questi soldi siano stati spesi con la sicurezza di riceverne in gran parte dalla cessione di Osimhen, rimasto in rosa e attualmente fuori dalla lista Serie A. La gestione riguardo la cessione del nigeriano, che già durante la coppa d’Africa a gennaio aveva palesato le intenzioni di lasciare la squadra a fine stagione, è stata tutt’altro che eccelsa. Nonostante il tempo a disposizione, il Napoli non è stato in grado di vendere il proprio giocatore più costoso, né l’agente dell’attaccante è stato in grado di portare un’offerta che potesse in qualche modo avvicinarsi alle richieste di De Laurentiis. In casa Napoli però, non si perde tempo a cercare chi è più colpevole di altri, ma (in attesa della chiusura del mercato arabo che potrebbe risolvere la questione) si punta a far bene nella stagione in corso, rimandando le questioni di mercato alla sessione di gennaio.
Di nuovo insieme
Dopo la falsa partenza a Verona, legata anche alla situazione ambientale, con Osimhen e il «mercato bloccato» a cui diverse volte Conte ha fatto riferimento durante le sue conferenze stampa, adesso l’allenatore ha a disposizione una rosa competitiva, con la quale è chiamato a ripagare l’investimento fatto dalla società. L’assenza dalle coppe può giocare a suo favore, specialmente quest’anno con il nuovo format che vedrà più impegni europei da parte delle partecipanti. Può dunque tornare a sorridere Conte, che ritrova Lukaku dopo l’esperienza vincente all’Inter, e può fare altrettanto l’attaccante belga, in cerca di riscatto. Sotto la guida del tecnico leccese, ha segnato 47 reti in 72 presenze: un gol ogni 125 minuti, una media che potrebbe bastare a non far rimpiangere Osimhen.
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