21.05.2025
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Sports

Tamberi terzo, Jacobs ultimo nei 100 metri della tappa romana della Diamond League. Vince Andy Diaz nel triplo


Si è chiusa allo Stadio Olimpico di Roma la 44edizione del Golden Gala Pietro Mennea. La tappa italiana di Diamond League ha visto i nostri faticare davanti al pubblico di casa, in un periodo dell’anno in cui però — va detto — è difficile raccogliere grandi prestazioni. Finisce addirittura ultimo nella gara regina Marcell Jacobs: un 10.20 lontano dai tempi di Parigi (5° in 9.85) e dell’ultima gara di domenica a Silesia (4° in 9.93), in Polonia. Dopo aver vinto a giugno l’oro europeo in questo stadio, l’azzurro si è rialzato a circa ottanta metri mentre Letsile Tebogo, il campione olimpico dei 200 dal Botswana, si involava verso il successo in 9.87. «Per me è stata una giornataccia sin da stamattina. Era una giornata no, non solo per colpa mia e del mio fisico. Avevo da subito i bicipiti duri, non ho gestito il riscaldamento come avrei voluto e il mio corpo ne ha risentito. Mi sono fermato perché la gara ormai era andata ed era inutile rischiare di farsi male, in un 100 compromesso. Dovrei avere un’altra gara il 9 settembre e non so da dove trovare le energie. Coi bicipiti sto facendo tanta fatica, mi sono mancati i secondi 50. Avevo le gambe rigide e non mi hanno aiutato».

L’altro deluso è Gianmarco Tamberi, che sperava di regalare il successo al suo pubblico come aveva fatto agli Europei di Roma. Invece il marchigiano si deve accontentare del terzo posto (2.27m in coabitazione con l’ucraino Oleh Doroshchuk) alle spalle del coreano Sanghyeok Woo, vincitore in 2.30 davanti al giamaicano Romaine Beckford, con la stessa misura. «So che i tifosi non sono venuti qui per vedermi terzo.

Non posso che ringraziare e scusarmi per la mia performance mediocre mi serviva una prestazione che mi facesse andare oltre. Prima di decidere il futuro devo staccare la spina e riequilibrarmi. Cercherò di essere presente alle gare». Ancora una volta sfugge a Tamberi la prima vittoria nello storico meeting italiano. 

Vittoria per Andy Diaz, Fabbri secondo nel lancio del peso

L’unico urlo di serata è dell’uomo arrivato da Cuba, Andy Diaz. La gara di salto triplo va al bronzo olimpico di Parigi, che trionfa con 17.32 metri nella seconda tappa italiana di Diamond League consecutiva dopo quella di Firenze dello scorso anno. Non è arrivata la misura da primato italiano (17.75m), ma Andy non si abbatte e anzi rilancia: «Voglio vincere tutto, oggi l’ho fatto davanti a questo pubblico meraviglioso. Il record del mondo? Sento di poterlo fare, lo sento nelle mie gambe. Oggi non è uscito ma uscirà tra poco. È la prima volta che gareggio qui, neanche Parigi era così. Non è la misura che volevo ma ho vinto».

Finisce secondo Leonardo Fabbri, il fiorentino battuto soltanto dall’americano Ryan Crouser, tre ori olimpici. L’azzurro vincitore un anno fa davanti alla sua gente si ferma a 21.70, dopo aver superato i 22 con un lancio nullo. «Il quinto lancio è stato un lancio brutto, mi sono lasciato andare e invece era buono, secondo me quasi 23 — dice Leo, quinto a Parigi -. Purtroppo oggi le gambe non erano al 100%, ma va bene, mi sono divertito. È stato bello ricevere il calore dello stadio. Voglio finire la stagione lanciando a 23 metri perché so di valerlo. Il passato non si può cambiare, si possono solo correggere gli errori». 

L’altro deluso di Parigi (fuori in semifinale), il campione europeo Lorenzo Simonelli, è sesto nei 110 ostacoli tra le mura amiche. «Allo Stadio Olimpico ho dei bei ricordi. Ho vinto il mio titolo europeo a giugno. Quindi era importante per me correre qui al Golden Gala ed era importante per l’Italia. Speravo di correre più veloce. La forma c’è ma sono stanco, è stata una lunga stagione per me».

Sfiora il record italiano dei 1500 metri femminili Sintayehu Vissa, sesta in 3:58.12 a un solo centesimo dal record ottenuto alle Olimpiadi, crono che tra l’altro ha migliorato lo storico limite di Gabriella Dorio. Si migliora anche la bicampionessa europea Nadia Battocletti, reduce dall’argento olimpico nei 10.000, per la prima volta sotto i quattro minuti in 3:59.19 (undicesima), nella gara vinta dalla primatista del mondo Faith Kipyegon in 3:52.89. La rivelazione dell’anno Luca Sito, milanese, è nono nei 400 metri, gara dedicata alla memoria dell’ex azzurro Andrea Barberi. È sfuggito di un soffio (7 centesimi) il record mondiale nei 3000 siepi alla Yavi, atleta del Bahrain.

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