23.05.2025
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Politics

«Per il dopo Zaia c’è Tosi»


Lo Ius scholae, l’autonomia differenziata. E adesso, forse, il Veneto. Eccolo, il possibile nuovo fronte caldo della maggioranza aperto dal leader di Forza Italia Antonio Tajani. Che (ri)lancia l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, oggi eurodeputato azzurro, come successore del doge leghista Luca Zaia nel 2025. Per ora si tratta solo di un’idea, proposta dal vicepremier al maxi raduno degli scout per il cinquantesimo anniversario della nascita dell’Agesci, convocato proprio nella città veneta. Ma tanto è bastato a far arrivare un messaggio agli alleati. Sia la Lega, che per cedere la poltrona di Zaia chiede compensazioni pesanti (e vorrebbe un quarto mandato per il governatore), sia FdI, dove ripetono che i rapporti di forza sono cambiati e dunque la guida della locomotiva del Nordest spetta di diritto ai meloniani. 

Discutere con gli alleati

La novità è che in questo braccio di ferro preventivo per la verità già in corso sottotraccia da mesi (anche se alle urne si andrà non prima dell’estate del 2025) ora si inseriscono pure gli azzurri. Lanciando un avviso chiaro ai partner di governo: ci siamo anche noi. E vogliamo essere consultati. Ecco spiegata la mossa di Tajani: «Vogliamo discutere con gli alleati il futuro della Regione, ognuno metterà sul tavolo i nomi che ritiene più forti e adatti. Noi pensiamo a Flavio Tosi, che è stato un eccellente assessore e un eccellente sindaco di Verona». 

Insomma, nessun aut-aut sul nome dell’ex leghista, uscito da via Bellerio e passato a FI proprio per le differenze di vedute dalla linea di Matteo Salvini. «Valuteremo insieme, non voglio imporre niente. Ma non voglio neanche che siano imposte cose a me», precisa il leader azzurro. «Va fatta una sintesi vincente». Nessun destino già scritto, come magari poteva confidare qualcuno dalle parti dei meloniani. Le mire di FdI sul dopo Zaia sono note: alle ultime Europee, il partito della premier ha surclassato nettamente i competitor interni ed esterni, toccando quota 37,6%. La Lega, che un tempo non aveva rivali da quelle parti, si è fermata al 13,1, mentre FI all’8,6. Numeri ai quali il Carroccio controbatte sventolando il risultato lusinghiero della lista civica di Zaia alle regionali di quattro anni fa. 

Rapporti di forza

Ma a via della Scrofa non si lasciano suggestionare dalle discussioni: i rapporti di forza, in Italia come in Veneto, sono cambiati, è la linea dei colonnelli della premier. Che avrebbero rinunciato a presentare un proprio esponente in Liguria (anche se la scelta non è ancora definitiva) cedendo quella casella agli alleati proprio per non compromettere la corsa per il dopo Zaia. E così per la corsa si scalda il senatore di FdI Andrea De Carlo. I margini di trattativa, è il pensiero diffuso, semmai saranno sulla composizione della giunta in caso di vittoria. In ogni caso, proprio come per lo Ius scholae, gli azzurri intendono tenere il punto: al tavolo, ribadiscono i forzisti, ci siamo anche noi. In Veneto come a Roma. 

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