A circa un mese dalla prima campanella dell’anno scolastico, si profila una nuova stangata per le famiglie. Dopo i fortissimi aumenti nel 2023 – fino a 1.300 euro per ogni studente — per l’anno scolastico 2024/2025 si pagherà per zaini, diari, libri e tutto il materiale didattico fino al 20 per cento in più.
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ZAINI
Salgono i prezzi per gli zaini. I trolley, i più amati dai ragazzini, lo scorso anno si trovavano anche a 75 euro, mentre i modelli griffati e con maggiori optional raggiungevano anche i 120 euro Quest’anno le mamme e i papà devono mettere in conto una spesa tra i 79,90 e i 129 euro. Di conseguenza l’incremento medio è del 7,13 per cento. Si risparmia qualcosa in più con gli zainetti tradizionali, quelli a tracolla. Nel 2023 una borsa costava 60 euro, nel 2024 ecco un rialzo dell’8,28 per cento, per sfiorare i 65 euro.
ASTUCCI
Aumento di oltre il dieci per cento per gli astucci a tre zip: lo scorso anno costavano tra i 18 e i 29 euro, quest’anno oscillano tra i 20 e i 32. Rincaro vicino al 20 per cento anche per i portapenne — tra gli 8 e gli 11 euro nel 2023 e tra 9,90 e 13 euro nel 2024 — e per gli astucci a rotolo, che sfiorano i 13 euro.
LIBRI SCOLASTICI
Sul fronte dei libri scolastici, il ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato nei mesi scorsi il decreto che determina i prezzi di copertina dei libri di testo della scuola primaria.
Per l’anno scolastico che sta per iniziare, è stato deciso di applicare un tasso di inflazione programmata del 2,3 per cento. Aggravi che saranno a carico degli enti locali, più precisamente i Comuni, per quanto riguarda le ex scuole alimentari.
Diverso discorso per i libri per le ex medie e le superiori. Il governo ha stabilito che il prezzo finale dei volumi non può superare il 10 per cento rispetto ai massimali stabiliti però per l’anno scolastico 2013/2014. Ma difficilmente viene rispettato questo tetto. La Federconsumatori della Toscana ha stimato un aumento sui prezzi di copertina in media del 15 per cento. Lo scorso anno su questo fronte — comprendendo anche i sussidi e gli assegni per le famiglie più bisognose — la spesa media è stata di circa mille euro.
MENSE
Capitolo mense: lo scorso Cittadinanza attiva ha registrato in media un aumento del 3 per cento secco per le famiglie con un Isee sotto i 20mila euro. Entrando più nello specifico — fa sapere l’associazione — «mediamente si spende tra gli 84 e gli 85 euro al mese per un figlio iscritto alla scuola dell’infanzia e alla primaria», con un costo per pasto tra i 4,20 e 4,26 euro a pasto. Lo scorso anno questa voce nel bilancio familiare ha scontato il forte aumento dell’inflazione, che in questo periodo è in ritirata. Ma su questo fronte molto dipenderà dai trasferimenti che i Comuni riceveranno da Regioni e Stato centrale.
LE CAUSE
Secondo gli esperti, dietro questi rincari ci sono diversi fattori. Intanto si sconta l’aumento dell’inflazione, che lo scorso ha raggiunto il 5,7 per cento e che a sua volta ha fatto salire i costi delle materie prime per realizzare zaini, astucci o dispositivi elettronici per la didattica. Senza contare che gli studenti di ogni età chiedono ai genitori costosissimi articoli di marca oppure “sponsorizzati” dagli influencer, che via via stanno dominando questo mercato.
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