Non c’è bisogno di prendere la macchina e fuggire verso l’Appennino per trovare un po’ di refrigerio. A Roma basta tenersi lontano dalle Isole di calore che stanno picchiando duro per avere già la possibilità di vivere con almeno due o tre gradi in meno.
Ecco qualche esempio: tra piazza Colonna, via del Tritone e piazza del Popolo alle 14 di ieri si sono toccati i 35 gradi, a Prati e a due passi dal Vaticano affollato dai turisti e dai pellegrini, la massima registrata è stata giusto di un punto in meno, 34 gradi. Ma non tutta la semiperiferia si può dire essere la più fresca: 35 a Saxa Rubra, altrettanti a Casal Monastero, con il quadrante Est che sembra soffrire di più. Si toccano i 34 gradi al Pigneto, al Tuscolano, ma anche a Marconi e Primavalle.
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Ecco i quartieri più caldi di Roma
La zona più fresca all’interno del Gra – sempre parlando in termini di temperature massime — è quella che gode dell’azione mitigatrice del mare, dunque l’area tra Pisana e Mostacciano: 33 gradi, la stessa registrata in alcune località dei Castelli, come Albano, Genzano e persino la più alta Rocca di Papa. Per la serie: la passeggiata a Spinaceto – come quella che fece Nanni Moretti in Vespa per Caro Diario — prende il posto del viaggetto refrigerante sui colli. Per scendere ancor di più bisogna andare tra i lidi: Civitavecchia e Santa Marinella sono tra le più fresche con 29 gradi, Ladispoli e Fiumicino a 31, Ardea, Anzio e Nettuno a 30. Quindi, alla fine, la differenza tra città e provincia – il “delta” — arriva a essere anche di sei gradi, con una condizione all’interno del Gra che arriva a tre gradi.
Secondo l’analisi di Francesco Asdrubali, ordinario di fisica tecnica ambientale che condusse uno studio per l’Università Roma Tre contenuto nel Piano clima del Campidoglio, il fenomeno dell’isola urbana di calore è più marcato nei quartieri centrali della città e nella periferia storica del quadrante Est, in gran parte dei municipi I, II, IV e V e più limitatamente nel XIII.
In estate le zone urbanistiche con le variazioni maggiori sono Centro Storico e Aurelio nord (le uniche sopra i 4 gradi di differenza con le aree rurali), e poi Aurelio sud, Prati, Eroi, Trastevere, Trieste, Sacco Pastore, Celio ed Esquilino (tutte sopra 3,5 gradi). «Possiamo arrivare a giorni in cui la differenza tra città e campagna può sfiorare gli 8 gradi», racconta il docente, ora prorettore all’Università per stranieri di Perugia.
I FATTORI
Le temperature variano sulla base di tanti fattori, primi tra tutti quelli legati alla morfologia dell’ambiente: quindi, in parole povere, dove si trova quel particolare luogo. Questo spiega uno dei fattori del perché una città come Frosinone è da sempre tra le più calde della penisola. Ma torniamo a Roma e all’isola di calore. Come si forma? Di fatto è la differenza tra il caldo registrato in città e quello nelle aree rurali e verdi. Quindi, a causarle c’è la densità di popolazione in un certo luogo, l’antropizzazione, la viabilità delle città, la minor presenza di alberi.
Ecco perché il vero refrigerio in città lo si può trovare nelle aree vicine ai parchi alberati: Villa Borghese, Villa Torlonia, Villa Ada, ma anche il Parco degli Acquedotti, quello della Caffarella e dell’Appia Antica. Poi c’è il fattore vento: quando spira la brezza, o quando si incanala soprattutto tra i vicoli dei quartieri storici, si respira un po’ di più. E tutti, sempre, in attesa del ponentino, quel venticello che, quando riesce a intrufolarsi tra i palazzi, regala serate preziose.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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