18.05.2025
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Politics

Il decreto carceri è legge, si va verso un commissario. Nordio, appello a Mattarella


ROMA Prima il sì al decreto Carceri tra le polemiche, poi il tavolo sulla giustizia a Palazzo Chigi. Infine la richiesta del Guardasigilli Carlo Nordio: un incontro al Colle con Sergio Mattarella per illustrare al presidente le misure messe in campo per combattere il sovraffollamento delle carceri. Alla Camera va in scena l’ultimo giorno di lavori parlamentari prima della pausa estiva.

Ma il clima è tutt’altro che vacanziero. Meno che mai disteso. C’è da incassare l’ok all’ultimo decreto in scadenza, quel dl Carceri approntato a via Arenula per provare a tamponare un’emergenza che non sembra conoscere soluzione, quella dei penitenziari allo stremo (ieri a nel carcere di Prato si è tolto la vita un altro detenuto, il 65esimo dall’inizio dell’anno). E il sì arriva, ma tra i veleni.

Via libera definitivo alla Camera

Lo scontro si accende su un emendamento del Pd a favore delle case famiglia per le detenute madri, a prima firma di Marco Lacarra, al quale l’esecutivo in prima battuta dà parere favorevole. Poi però ci ripensa, quando il deputato dem si oppone alla firma della leghista Simonetta Matone sul suo odg. «Si è espressa sempre contro in commissione», la spiega Lacarra. Sta di fatto però che a quel punto l’emendamento viene bocciato. Benzina sul fuoco: Matone si chiede se sia «meglio stare dentro la metropolitana a rubare al settimo mese di gravidanza o in un centro con medico, puericultore e ginecologo». E rincara: «Quanti di quelli che si indignano sono mai entrati in un campo Rom, magari col tacco 12?». Frasi considerate «sessiste» e «razziali» da Laura Boldrini, da «Stato etico» da Andrea Orlando e da «talk show» da Maria Elena Boschi.

LO SCONTRO
Non è l’unico fronte di scontro. Perché proprio mentre alla Camera si vota il decreto Carceri, che le opposizioni giudicano una «scatola vuota», a Palazzo Chigi è convocato un tavolo sulla Giustizia per fare il punto sulle prossime mosse. E le opposizioni salgono sulle barricate, giudicando quel vertice in contemporanea come «uno schiaffo al Parlamento». E chiedendo al presidente Lorenzo Fontana di convocare una capigruppo «immediata». Replica a stretto giro il Guardasigilli, provando a metterci una pietra sopra: «L’incontro ha avuto come oggetto una programmazione futura che non intende in alcun modo interferire né sovrapporsi con i lavori in corso presso il Parlamento sovrano».

Al netto delle polemiche, i temi sul tappeto del vertice sono tanti. Dal piano per contrastare i suicidi in cella, che rischiano di raggiungere un triste record quest’anno, all’accelerazione sulle misure alternative al carcere per i tossicodipendenti. Fino alla necessità di rivedere le norme sulla custodia cautelare: un percorso in parte già avviato proprio con il ddl Nordio. Ma che verrà ripreso dopo la pausa, con una revisione delle norme. Insieme alle altre mosse per diminuire le presenze nei penitenziari.

Oltre al ministro, a Palazzo Chigi sono presenti il suo vice Francesco Paolo Sisto e i sottosegretari di via Arenula Andrea Delmastro e Andrea Ostellari. E poi i presidenti delle commissioni Giustizia Giulia Bongiorno e Ciro Maschio. Meloni ascolta, annuisce, poi dice la sua. Premette che di “svuotacarceri” non vuole sentir parlare, con buona pace della proposta Giachetti ieri rinviata da Fratelli d’Italia in Commissione giustizia, tra l’ira delle opposizioni. No, la ricetta della premier è tutt’altra. Punto primo: costruire più carceri. A questo servirà il commissario all’edilizia carceraria che il governo nominerà in uno dei prossimi Cdm. A garantire uno sprint nella costruzione di nuovi istituti penitenziari – o nell’adattamento di altre strutture, come le caserme – grazie alla corsia veloce per gli appalti garantita alla struttura commissariale. Punto secondo: gli accordi con i Paesi di origine dei detenuti. Batte di nuovo sul punto Meloni a Palazzo Chigi e da tempo la presidenza lavora al piano insieme a via Arenula. Qualche accordo è già stato siglato, ad esempio con la Romania. Si andrà avanti dando precedenza agli Stati africani legati al Piano Mattei e dunque si spera più propensi a riaccogliere dietro equo compenso i detenuti nelle carceri italiane.

L’INCONTRO
Temi di cui Nordio ha intenzione di riferire a Mattarella. «Ho prospettato al presidente Meloni soluzioni a breve e medio termine per il sovraffollamento carcerario», fa sapere il ministro dopo il vertice a Chigi. E «chiederò un incontro al presidente della Repubblica, che ha sempre manifestato grande attenzione al riguardo». Infine «proporrò al Csm – conclude – di considerare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza». Di fatto, prevedendo procedure «agili e veloci» per completare la pianta organica degli amministrativi in servizio, così da sveltire la pratiche pendenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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