Il governo eserciterà il golden power su Comau. Preannunciato nei giorni scorsi tra non poche polemiche — e in risposta all’accelerata di Stellantis che non aveva neppure comunicato a Palazzo Chigi l’operazione — l’esecutivo proverà a bloccare in nome dell’interesse nazionale la vendita della maggioranza del campione italiano dell’automazione da parte del colosso italofrancese al fondo americano One Equity Partners. Lo ha reso noto ieri ai sindacati il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, incontrando le sigle per annunciare “il piano industria 2030”, cioè la strategia del governo per rilanciare la manifattura in settori un tempo decisivi come automotive, bianco o siderurgia.
FRONTI APERTI
Si apre quindi un nuovo fronte tra l’esecutivo e la casa automobilistica: anche al vertice di ieri le parti hanno stigmatizzato l’atteggiamento di Stellantis per lo stallo sull’avanzamento della Giga factory di Termoli (dove gli italofrancesi sono partner in ACC con Mercedes e Total) o sui ritardi sui rilanci di Mirafiori e di Maserati.
Domani Urso vedrà i vertici di Stellantis per affrontare questi nodi e il futuro del sistema delle incentivazioni. Ma in queste ore è il caso Comau a essere esplosivo: l’operazione rientra nei patti stilati nel 2021 tra Fca e Psa sulla fusione che avrebbe portato alla nascita di Stellantis. Anche perché parliamo di un’eccellenza dell’automazione — qui è stato inventato il robot idraulico per le catene di montaggio — con 3.800 dipendenti e un fatturato sopra gli 1,1 miliardi di euro. Uno tra i pochi player nazionali in grado di accompagnare la transizione dell’industria italiana.
Urso, ufficialmente, ha dichiarato che Stellantis «ha presentato una notifica» della cessione di Comau «ai sensi della Golden Power che ha un suo percorso che noi seguiremo con molta attenzione». Un passo che permette al governo tutte le procedure del caso. Anche se dal Mimit fanno notare che i tempi saranno lunghi e che bisogna aspettare il superamento della soglia del 51 per cento da parte di One Equity Partners per intervenire. Intanto dalla FimCisl, il segretario Ferdinando Uliano ha sottolineato che «l’azienda rappresenta un gioiello di tecnologia per l’imprenditoria italiana che va messo in sicurezza con un ruolo attivo del governo».
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