Molti, a destra, non hanno mai creduto e ancora non credono alla matrice neo-fascista della strage di Bologna. Ma le sentenze parlano e parlano chiaro, e Giorgia Meloni non si discosta da quella che è la verità giudiziaria. Così infatti la premier interviene per l’anniversario del 2 agosto, quando la bomba alla stazione distrusse centinaia di vite, tra morti e feriti: «La strage di Bologna è uno degli eventi più drammatici della storia nazionale. Quel giorno il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la nazione e 44 anni dopo quel terribile attentato l’Italia intera si stringe ancora una volta alla città di Bologna e ai famigliari delle vittime».
Strage Bologna, Meloni: «Radici nella destra di governo? Attacchi ingiustificati». Schlein: fa vittimismo
LA VICENDA
Segue stoccata, molto forte e subito stigmatizzata dagli avversari, alla sinistra considerata da Meloni in continua modalità da mostrificazione del nemico e da delegittimazione dell’esecutivo in carica. «Sono profondamente e personalmente colpita — questo l’affondo meloniano — dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al governo. Sostenere, come sento dire, che le “radici di quell’attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo”, o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. Ed è pericoloso, anche per l’incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione». Lo scrive la premier in un suo messaggio ed è la sua risposta, anzitutto, agli attacchi che dal palco della commemorazione le ha rivolto il presidente dell’associazione dei famigliari delle vittime, Paolo Bolognesi.
«Credo — incalza Meloni — che, in questo clima di crescente odio le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute. Mi appello a tutti perché si torni all’interno di una cornice di normale dialettica in quella che, grazie ai sacrifici di tanti, è ormai una democrazia solida e matura».
In mattinata Bolognesi aveva detto che «le radici di quell’attentato, come stanno confermando anche le ultime due sentenze d’appello nei processi verso Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, affondano nella storia del post-fascismo italiano, in quelle organizzazioni nate dal Movimento sociale italiano negli anni cinquanta: Ordine nuovo e Avanguardia nazionale oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di governo». Una ricostruzione che rientra in pieno in certa retorica di sinistra che, per tenere la destra sempre nell’angolo dell’impresentabilità, anche quando governa con il voto della maggioranza degli italiani, non passa mai di moda.
Strage Bologna, Giorgia Meloni: «Grave dire che le radici dell’attentato sono nella destra di governo»
LE POLEMICHE
Elly Schlein prende infatti le difese di Bolognesi contro Meloni. «Fare la vittima — dice la segretaria del Pd — attaccando il presidente dell’associazione dei familiari è un’operazione deplorevole». E ancora: «Chi amministra una comunità dovrebbe cucire le fratture, sanare le ferite, mentre Meloni fa il contrario. Spacca, divide, mette gli uni contro gli altri. È evidente che non è in grado di guidare questo Paese». La destra attacca a sua volta la sinistra, accusata di usare tutto — anche le stragi più atroci — nella polemica politica contingente e Bolognesi difeso in batteria dai dem trova in Gasparri un critico sferzante: «Il presidente dei familiari delle vittime ricordi i morti e non dica sciocchezze».
Oltre a Meloni, anche i suoi ministri — da Piantedosi a Crosetto e agli altri — hanno inviato il loro messaggio di ricordo e di ripulsa politica e civile per l’orrore del 2 agosto. Ignazio la Russa, fa questo tipo di discorso: «E’ di fondamentale importanza proseguire l’opera di desecretazione degli atti delle commissioni parlamentari d’inchiesta, per fare luce su ogni ombra del nostro passato e rendere giustizia a tutte le vittime del terrorismo». «La strage di Bologna — incalza il presidente del Senato — con le sue immagini drammatiche di devastazione e di disperazione è e rimarrà per sempre una data impressa nella nostra mente. Alle ore 10.25 di quel maledetto giorno, un ordigno ad altissimo potenziale esplose nella sala d’attesa della stazione centrale togliendo la vita a 85 persone e causando oltre 200 feriti. Un vile attentato che le sentenze hanno attribuito a una matrice neofascista». Di fatto, la destra che in passato ha spesso criticato, con tanti suoi esponenti, le sentenze su Bologna, adesso è ordinata e compatta nell’accettare la verità giudiziaria. Quanto alla verità della storia, la questione può essere più complessa e discutibile, tanto è vero che — per esempio — in certe parti della sinistra garantista o più curiosa e nel mondo dei radicali non smettono di esserci dubbi sul 2 agosto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this