Un bronzo col cuore. L’Italia chiude terza nella 4×100 metri stile libero e si conferma sul podio a cinque cerchi. Pronti, via e i nostri fantastici quattro ragazzi, Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Paolo Conte Bonin e Manuel Frigo, si prendono una medaglia che brilla. Celestiale. Del resto siamo nella Città delle Luci. Restiamo sul podio olimpico nella staffetta veloce, confermandoci la squadra sempre presente sul podio. Peccato per alcune frazioni, che avrebbero potuto consentirci di nuotare più rapidi, in particolar modo la prima, quella di Alessandro Miressi da 48″04. Può accadere. Gli Usa di Dressel, all’ottavo oro olimpico, restano imbattibili per tutti. Per gli azzurri a fare la differenza è stato Thomas Ceccon, con una fenomenale seconda frazione (47”44) che ha fatto risalire l’Italia dal settimo posto e naturalmente la chiusura di Manuel Frigo, che ha preso il “testimone” dal debuttante Conte Bonin, grazie al favoloso 47″06 con il quale ha bruciato la Cina campione del mondo. Gli altri titoli, quelli nei 400 stile libero, sono andati al panzer tedesco Lukas Martens, che ha provato — senza riuscirci — a scendere sotto il record mondiale “gommato” del connazionale Biedermann stabilito ai Mondiali di Roma 2009 (rimasto il più longevo in campo maschile); e all’australiana della Tasmania, Ariarne Titmus, che ha preceduto la canadese McIntosh e l’americana Ledecky, “soltanto” bronzo. Italia ottava, invece, nella 4×100 femminile con il quartetto Morini, Tarantino, Curtis e Menicucci.
TETE E RAZZO
Oggi l’Italnuoto punta le sue fiches da Giochi su Nicolò Martinenghi e Alberto Razzetti. Il varesino di Azzate difende il bronzo olimpico di Tokyo, arrivato un anno prima del titolo iridato a Budapest 2022. Per Tete, suo soprannome, la concorrenza è spietata nei 100 rana: c’è l’inglese Adam Peaty, c’è l’americano Nic Fink, c’è il cinese Qin Haiyang. Gli avversari dovranno però guardare anche a lui, sebbene lo abbiano già fatto ma per via dell’acconciatura biondo platino: «Tutti ridono quando mi guardano e scuotono la testa», scherza Martinenghi. Il Razzo delle piscine, invece, ha un’occasione ghiotta nei 400 misti che saranno la prima fatica di Leon Marchand, il fenomenale francese allenato da Bob Bowman, già coach di Phelps. Ma anche il nostro non scherza: nel suo programma gare ci sono anche i 200 farfalla e 200 misti.
THOMAS E BENNY
C’è tanta Italia oggi a Parigi. Sì, perché al mattino scende in vasca la principale speranza azzurra per il titolo olimpico: Thomas Ceccon. Nei 100 dorso il vicentino esordirà in batteria, poi questo pomeriggio è in programma la semifinale. Il rivale più pericoloso è lo statunitense Ryan Murphy. «Dal 2016, però, non fa gli stessi tempi. Ha vinto molto perché è molto costante in quello che fa. Non credo scenderà sotto i 52″. I suoi tempi sono alla portata», spiega l’allievo di Alberto Burlina, che è primatista del mondo nella specialità. Ci si aspetta molto a livello individuale anche da Benedetta Pilato: la tarantina cerca il riscatto nei 100 rana dopo la squalifica a Tokyo per gambata irregolare. Una sorridente Benny è arrivata al villaggio e si è fatta un selfie con Nadal, anche se avrebbe preferito scattarsi una foto con Sinner. Fa male il quarto posto di Chiara Pellacani ed Elena Bertocchi.
TUFFI DI LEGNO
Una medaglia di legno nel sincro 3 metri per cominciare i Giochi. Ma le due tuffatrici azzurre non hanno sbagliato nulla e sono rimaste in gioco fino all’ultimo salto. Stavolta la regolarità non è bastata, resta il rammarico di aver lottato e non aver potuto replicare il bronzo conquistato ai Mondiali di Fukuoka dello scorso anno. «Un quarto posto ormai viene visto da scartare. Invece è una buonissima prestazione, contro le più forti del mondo, che hanno saltato bene, comprese noi. Così è lo sport», è l’amara sintesi della romana Chiara. E la milanese Elena: «Abbiamo saltato bene. Il quarto posto ci fa rosicare, ma non abbiamo niente da rimproverarci. Il bronzo è a nove punti, se devo scegliere meglio dietro di nove che di due punti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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