17.05.2025
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Politics

Toti, per l’ex governatore libertà forse già a metà settimana. Il legale: «Ora un processo rapido»


MILANO I finanzieri che il 7 maggio si presentano all’hotel Lolli di Sanremo per notificare l’ordinanza di custodia cautelare, ottanta giorni ai domiciliari con due richieste di revoca della misura respinte dai giudici, infine la lettera di dimissioni. L’ottovolante giudiziario e politico di Giovanni Toti è all’ultima curva: domani il suo avvocato Stefano Savi depositerà un’altra istanza affinché l’ex presidente torni libero e la scelta di farsi di parte ha spianato la strada.

Ma, come spiega il legale, la decisione è stata complicata e non priva di inquietudine: «Ne abbiamo parlato a lungo. Prima discutendo sull’eventualità delle dimissioni, poi sulle valutazioni di fare. Più complesse del solito perché tenevano conto non solo del suo interesse come indagato, ma anche dei riflessi sulla politica e sulla Regione che andrà al voto. Su questo secondo aspetto Toti ne ha discusso con gli esponenti della sua lista e dei partiti che appoggiavano a maggioranza». Alla fine non c’era alternativa. «Ci siamo confrontati con le motivazioni di gip e del Riesame, secondo il quale non c’era possibilità di inquinamento probatorio ma emergeva con sempre più chiarezza l’ipotesi di reiterazione del reato legata al persistere della carica. Questo senza peraltro indicare elementi di concretezza», rimarca Savi. C’è chi ha interpretato la doppia conferma dei domiciliari come una pressione determinate nell’abbandono della presidenza. «Non voglio entrare nella lettura politica — aggiunge l’avvocato — Avere distillato come elemento fondamentale quello delle dimissioni, è stata valutazione logica».

RITO IMMEDIATO

I pm avranno quarantotto ore di tempo per dare il loro parere sull’istanza di revoca dei domiciliari, poi si esprimerà il gip e se come probabile il responso sarà positivo Toti potrebbe tornare libero già a metà della prossima settimana. La seconda misura di custodia cautelare per finanziamento illecito non dovrebbe essere impugnata dalla difesa e questo consentirebbe ai magistrati di imboccare il percorso del processo immediato. La Procura deciderà entro venerdì e se propenderà per l’immediato la prima udienza del processo si terrà tra settembre e ottobre. Toti, l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex numero uno dell’authority portuale Paolo Emilio Signorini verrebbero giudicati subito, gli altri seguirebbero il percorso ordinario, con uno sdoppiamento del processo. Se invece il giudizio immediato non fosse possibile, i pm chiuderanno le indagini nei confronti di tutti gli indagati per corruzione, voto di scambio e finanziamento illecito che passeranno per la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare. Per Savi il rito più rapido sarebbe un’ipotesi auspicabile. «Le indagini hanno raggiunto una loro fine, ben venga il giudizio veloce. Al contrario Toti resterebbe bloccato per anni come spesso accade, in attesa dell’esito del processo che mi auguro positivo». L’immediato, sottolinea il legale, «non sarà semplice, gli episodi sono contestati sotto una certa angolazione, cioè come rapporti privilegiati con un soggetto», il re del porto Spinelli. «Ma siamo in grado di dimostrare che i rapporti sussistevano anche con altri, indipendentemente dal fatto che abbiano contribuito o meno alla campagna elettorale». I pm di Genova, riflette Savi, imputano a Toti «un certo modo di fare politica, ricordiamoci però che non c’è mai stata alcuna ipotesi di utilità personale da parte sua, non ha preso un quattrino né ricevuto nulla, non esistono dazioni di denaro ma solo finanziamenti ufficiali alla lista. Ebbene, questo modo di far politica è legittimo o costituisce reato? La nostra difesa dimostrerà che è lecito, oltre che proficuo e opportuno». In sede di dibattimento, sostiene il legale, l’assegnazione delle concessioni dovrà essere ampliata al gran numero di interessi che ruotano attorno al porto, le intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta andranno contestualizzate. Per l’accusa, Toti sceglieva luoghi rumorosi o appartati per sfuggire alle captazioni. «In realtà non c’è mai stata alcuna intenzione di celarsi. L’incontro con Signorini e l’ex presidente dell’ente bacini Vianello, per esempio, è avvenuto al tavolo di un ristorante dietro la Regione, un posto dove è un po’ come mettersi in vetrina». Per l’ex governatore potrebbero essere le ultime ore ai domiciliari. È preoccupato? «Diciamo che è in attesa — dice Savi – I prossimi giorni saranno intensi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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