17.05.2025
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Economy

Autostrade, allo Stato una parte dei pedaggi. Dehors, c’è la proroga


Era il nodo più intricato da sciogliere. Sui pedaggi autostradali una soluzione è stata trovata. Bisognerà però ancora attendere per capire se sarà quella definitiva, perché le norme inserite nel disegno di legge sulla concorrenza approvato ieri dal consiglio dei ministri, adesso dovranno passare all’esame del Parlamento. Cosa cambia per le concessionarie autostradali? Dal prossimo anno, le concessioni che saranno assegnate, avranno un nuovo meccanismo di remunerazione per le società che le gestiscono. Il sistema introdotto assomiglierà a quello che già oggi vale per altri tipi di rete, come per esempio quella elettrica. Le concessionarie riceveranno una tariffa che servirà a coprire gli oneri di gestione dell’autostrada, gli investimenti per le manutenzioni ordinarie e quelli straordinari per il miglioramento della rete.

IL MECCANISMO

Ma, ed è questa la novità, la parte dei pedaggi in “eccesso” rispetto alla copertura di queste voci, sarà incassata direttamente dallo Stato. Un meccanismo pensato per evitare che gli eventuali extraprofitti della gestione autostradale possano finire nelle casse dei concessionari. Cosa ci farà lo Stato con i soldi dei pedaggi incassati? L’idea sarebbe quella di usarli per una sorta di fondo perequativo tra le diverse gestioni autostradali. Dunque i proventi derivanti dal cosiddetto extragettito saranno utilizzati per realizzare comunque investimenti autostradali, compresa la messa in sicurezza della viabilità locale di adduzione, senza incrementare i pedaggi.

IL PASSAGGIO

Il nuovo modello prevede inoltre che le future concessioni non supereranno di regola i 15 anni. Nei prossimi mesi, hanno fatto sapere fonti del ministero delle infrastrutture, dovrà essere valutata la congruità dei maggiori costi per investimenti presentati dai concessionari e a tal fine si sta valutando l’istituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale. Tra le grandi arterie interessate dalla riforma non ci saranno le concessioni regionali, come Pedemontana Veneta, anche se l’auspicio espresso dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini è che il tema possa essere esaminato e introdotto in Parlamento. La riforma delle concessioni autostradali non è l’unica novità introdotta dal ddl concorrenza. Arriva anche una proroga, in attesa di una razionalizzazione, dei dehors.

Il disegno di legge stabilisce che entro un anno dall’entrata in vigore della legge sia prevista l’emanazione di un decreto legislativo, su proposta del ministero del Made in Italy e di concerto con quelli dell’Interno, della Giustizia, della Pubblica Amministrazione, del Turismo e delle Infrastrutture, per riordinare e coordinare la concessione ai pubblici esercizi di spazi e aree pubbliche di interesse culturale e paesaggistico per l’installazione di strutture amovibili funzionali all’attività.

Si prevede, inoltre, che i Comuni adeguino i propri Regolamenti per garantire, in particolare, adeguate zone per il passaggio dei pedoni e delle persone con limitata o impedita capacità motoria nel caso di occupazione di marciapiedi. Fino al 31 dicembre 2025, e comunque fino alla data di entrata in vigore del decreto legislativo, vengono prorogate le norme del 2020 connesse alla pandemia di Covid.

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