Violentò una bambina, ma ora va ai Giochi. Parigi 2024 non è ancora iniziata, ma forse abbiamo già l’uomo più odiato dei Giochi: Steven van de Velde, l’atleta-stupratore, la cui presenza imbarazza. Tanto è vero che non alloggerà nel Villaggio come tutti gli atleti olimpici e sarà isolato dal resto della squadra. Per «riportare la calma», ha precisato il Comitato olimpico olandese. Chi è costui? Van de Velde, 29enne giocatore di beach volley, è stato condannato nel 2016 a quattro anni di carcere per stupro su una bambina di 12 anni che aveva conosciuto su facebook. Ha ammesso tre capi di imputazione e scontato parte della pena in Gran Bretagna, prima di essere trasferito nei Paesi Bassi, dove è rimasto in prigione solo 13 mesi. Dopo essere stato rilasciato, ha ripreso a giocare a pallavolo nel 2017. Ai Giochi farà coppia con il collega Matthew Immers e si tufferà nella sabbia del Tour Eiffel Stadium. Nella prima fase del round robin, i classici gironi all’italiana, sfideranno domenica anche i nostri Ranghieri e Carambula.
Imbarazzo
Certamente la presenza di Van de Velde a Parigi stona e non poco. Per questa convocazione olimpica, in tanti si sono indignati e non sono mancate le critiche al Cio, che si è trovato di fronte a un dilemma morale. Intanto, Steven è stato messo a tacere: non potrà parlare con i media né prima delle gare né dopo in “zona mista”, dove i giornalisti possono fare domande. È possibile che i funzionari olimpici cambino il protocollo abituale soltanto per lui, con il rischio che se viene portato via senza “affrontare” i media, il Cio e gli organizzatori possano finire nel mirino delle critiche per il fatto di proteggere uno stupratore condannato. Detto questo, il Comitato olimpico olandese e la federazione di pallavolo del Paese hanno ribadito di aver consultato degli esperti che hanno giudicato «nulle le possibilità» di recidiva per Van de Velde. Il quale ha ammesso di aver commesso «l’errore più grande della vita. Non posso tornare indietro, quindi dovrò sopportarne le conseguenze. Sono stato etichettato come un mostro sessuale, come un pedofilo. Questo non lo sono, davvero no». Il campione di nuoto e capo della delegazione olandese Pieter van den Hoogenband si è detto «sorpreso dell’agitazione» intorno all’atleta, ora sposato e padre di un figlio piccolo, che sta «tenendo duro nonostante le turbolenze».
In difesa
E si è schierato in difesa di Steven e della sua presenza ai Giochi sottolineando come sia un atleta esemplare: «Abbiamo fatto buoni passi insieme. È stato attivo nello sport internazionale e nel mondo del beach volley per molto tempo. Ha partecipato a Mondiali, Europei e Coppe del Mondo, ma si vede che in occasione delle Olimpiadi è diverso. Le cose si amplificano durante i Giochi». C’è da capire come il pubblico accoglierà Steven sotto la Tour Eiffel.
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