17.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Politics

Dl carceri, in Senato lo “svuota-celle”. Battaglia sugli sconti di pena: il pressing di FI


La battaglia portata avanti da Forza Italia per fronteggiare il problema del sovraffollamento delle carceri si gioca in Senato. Alla Camera infatti, la maggioranza ha già pronta la contromossa sulla richiesta delle forze dell’opposizione (eccetto il M5s) di votare oggi in Aula a scrutinio segreto la pdl firmata dall’esponente renziano Roberto Giachetti: su proposta di FdI e Lega la discussione sul testo slitterà ancora, con il rinvio del provvedimento in Commissione. A patto però che FI non decida di mettersi di traverso per difendere la proposta di legge che prevede di riformare l’articolo 54 della legge 354/75 sulla liberazione anticipata con l’aumento da 45 a 60 giorni.

Tutto dipende dall’iter del dl Nordio-Meloni a palazzo Madama: al momento l’esecutivo non ha aperto agli emendamenti di Forza Italia. Oggi si tenterà l’ultima mediazione, in ogni caso è difficile che gli azzurri facciano le barricate, tanto meno che non votino la fiducia al dl. Il tentativo del partito è di portare a casa qualche risultato senza spaccare la maggioranza. FI spera in una trattativa last minute per evitare strappi sul tema della liberazione anticipata: «L’approvazione dei nostri emendamenti consentirebbe — la linea azzurra — di rinviare per Forza Italia ogni riflessione sulla Pdl Giachetti successivamente alla verifica degli effetti, sul carcere, degli interventi proposti».

LO SCONTRO
Già la settimana scorsa in una riunione a palazzo Chigi, alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e della presidente della Commissione Giustizia di palazzo Madama Giulia Bongiorno, era emersa la strategia di non stravolgere il decreto. Ed è proprio tra la leghista Bongiorno e FI che ieri si sono registrati momenti di alta tensione. Il faro è sugli emendamenti presentati dal senatore Pierantonio Zanettin. Il partito di via dell’Umiltà ha tenuto a specificare che le misure messe sul tavolo non prevedono automatismi nelle scarcerazioni o «tagli orizzontali», ma affidano al giudice la scelta. L’emendamento più rilevante consente al giudice di applicare la misura alternativa della semilibertà (per la serie dormi in carcere ed esci solo per lavorare) al detenuto definitivo che debba scontare una pena anche residua non superiore a quattro anni. Un altro prevede che il condannato che vada in affidamento in prova e che non abbia la possibilità di procurarsi un lavoro possa essere ammesso ad un servizio di volontariato o a un lavoro di pubblica utilità. In modo da tutelare i meno abbienti. Inoltre, «per evitare ingiuste carcerazioni» si propone che gli ultra settantenni e i malati già valutati come gravi, che abbiano una pena residua da espiare tra i quattro e i sei anni, siano provvisoriamente ammessi alla detenzione domiciliare in attesa del provvedimento del magistrato di sorveglianza. Per evitare «i ritardi nell’istruttoria che spesso non consentono la tempestiva applicazione delle misure», un altro obiettivo è imporre alla direzione dell’istituto penitenziario di trasmettere anticipatamente al magistrato di sorveglianza l’elenco dei detenuti interessati alle misure alternative alla detenzione.

GLI EMENDAMENTI
Per ora l’unico sì del governo è stato sulla possibilità di far scontare la pena nelle comunità terapeutiche, anziché in carcere, ai detenuti tossicodipendenti. Ma per il resto ci ha pensato proprio l’esecutivo, sulla scia dell’informativa svolta ieri dal Guardasigilli in Consiglio dei ministri, ad introdurre ulteriori novità: viene istituito con il mandato di «compiere tutti gli atti necessari per la realizzazione di nuove infrastrutture penitenziari» un commissario che opererà «in deroga alla legge», salvo quella penale. Verranno stanziati per il funzionamento della struttura commissariale 338mila euro per il 2024 e 812mila per il 2025, si procederà al reclutamento di personale medico nelle carceri e allo stanziamento di 5 milioni per le strutture sanitarie per i detenuti tossicodipendenti. È stato, invece, ritirato dai relatori un emendamento che prevedeva di istituire a decorrere dal prossimo anno «una nuova struttura per l’esecuzione delle misura di sicurezza detentive, denominata Rems di primo livello» per persone affette da disturbi mentali che hanno commesso reati.

Sul dl Nordio lo scontro ora si sposta nell’emiciclo del Senato: le opposizioni hanno lasciato i lavori della Commissione dopo che il governo ha dato parere negativo a tutte le loro proposte. «Non ce la sentiamo di condividere la responsabilità morale dell’inazione rispetto alla situazione drammatica delle nostre carceri», il grido di protesta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]