19.05.2025
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Politics

Suicidi a un passo dalla libertà, il dramma che si può fermare con la riforma di Nordio


Appena entrati o ad un passo dall’uscita dal carcere. Statisticamente sono questi due i momenti, crudamente fotografati dall’Associazione Antigone, in cui i detenuti italiani tendono a togliersi la vita. Analizzando i quasi 100 «eventi critici» verificatisi all’interno degli istituti penitenziari italiani tra il 2023 e i primi 6 mesi del 2024 , emerge infatti come molte siano le persone che hanno deciso di togliersi la vita in carcere ancora in attesa di giudizio. «Tra queste, sono almeno 28 le storie di suicidi avvenuti dopo brevi se non brevissimi periodi di detenzione» si legge nel rapporto dell’associazione. «Oltre a chi era da poco in carcere, diversi sono stati i suicidi di persone che si trovavano invece in procinto di lasciarlo» continua. Se ne contano almeno 14 con una pena residua breve o prossime a richiedere una misura alternativa. Ad alcune di loro mancavano solo pochi mesi per rientrare in società. Aspetto, quest’ultimo, su cui peraltro interviene il Decreto carceri approvato in cdm all’inizio del mese su input del ministro della Giustizia Carlo Nordio, e ora in attesa di approvazione da Camera e Senato prima della chiusura estiva del Parlamento. Il testo prevede la cosiddetta liberazione anticipata. Le persone che sono in carcere ma che hanno una buona condotta, cioè mostrano un atteggiamento rispettoso delle regole e una effettiva volontà di riscattarsi, hanno diritto a una riduzione di pena di 45 giorni ogni sei mesi (periodo che una discussa proposta di Roberto Giachetti vorrebbe portare a 60). Nordio ha detto che queste agevolazioni saranno ancora decise dal giudice di sorveglianza, ma verrà anche introdotto un procedimento per cui al detenuto verrà spiegato subito e chiaramenti quali sono gli sconti che potrà avere nel corso della sua permanenza in carcere. Nelle intenzioni del governo, in questo modo si farebbe da incentivo per la buona condotta, e aumenterebbero così il numero di persone rilasciate prima della scadenza originariamente stabilita.

I NUMERI

Buone intenzioni a parte, i numeri oggi restano eclatanti. Sono 58 i suicidi avvenuti in carcere dall’inizio dell’anno. Nove solo nel mese di luglio. «Se il ritmo dovesse continuare di questo passo, a fine anno rischieremo di superare il tragico record del 2022 che, con 85 casi, è passato alla storia come l’anno con più suicidi di sempre». Delle 58 persone, due erano donne. Le persone di origine straniera erano 25 (43%). I più giovani erano due ragazzi di appena 20 anni, deceduti nel carcere di Novara e Pavia. Il più anziano era un uomo di 81 anni, deceduto a Potenza.

Dai dati a disposizione, sembrerebbe, che almeno 9 delle 58 persone decedute soffrissero di qualche forma di disagio psichico. Emergono almeno 3 persone con un passato di tossicodipendenza. Erano invece almeno 2 le persone senza fissa dimora. 26 persone erano state coinvolte in altri eventi critici, tra queste 14 avevano già provato a togliersi la vita in altre occasioni.

Gli Istituti dove sono avvenuti il maggior numero di suicidi da inizio anno sono le Case Circondariali di Napoli Poggioreale, Pavia, Teramo e Verona. In ognuno dei quattro Istituti si sono verificati 3 suicidi. In almeno 8 casi le persone si trovavano in una sezione ex art. 32 O.P., ossia dove vengono generalmente detenute le persone più difficili da gestire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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