Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle apriranno davvero le porte a Italia Viva per entrare a far parte del campo larghissimo? L’entusiasmo nato dopo la Partita del Cuore, culminato nell’abbraccio tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e la segretaria del Pd Elly Schlein, è andato scemando, e con esso anche le concrete intenzioni di includere l’ex partito del Terzo Polo nell’alleanza di centrosinistra.
Renzi-Schlein pronti all’alleanza “larga”: «Contratto alla tedesca ed Elly premier»
Iniziano a emergere i primi fastidi e i primi attrtiti tra i leader dei partiti.
L’intervista a Renzi
Negli scorsi giorni Matteo Renzi ha rilasciato un’intervista al Corriere della sera in cui ha dichiarato che non solo sarebbe possibile un’allenaza con Pd e M5s ma che sarebbe anche «l’unica alternativa per evitare che ci teniamo per lustri Giorgia Meloni con sorelle, cognati e compagnia cantante».
Dopo il risultato alle europee «il Pd di Schlein ha detto: vogliamo costruire l’alternativa e per farlo non mettiamo veti. Questo significa che cade il veto che su di noi era stato messo nel 2022». E chiudere la stagione dei veti, secondo Renzi, significa anche smettere di parlare di ciò che è avvenuto 10 anni, come il caso del Top jobs. Sulla possibilità concreta di un’alleanza, Renzi spiega: «La maggioranza è divisa su tutto, dalla politica estera ai vaccini per i bambini. Tuttavia, rimane unita grazie al potere, che usa senza pudore. L’alternativa è semplice: subire o reagire. Per reagire, bisogna costruire un’alternativa, dichiarare chiusa la stagione dei veti e unire i voti».
Attriti con il M5s
Il leader dei 5 stelle, ancora scottato dalla caduta del governo Conte bis innsecata proprio dallo stesso Renzi, la porta, di sicuro la terrebbe volentieri chiusa. «Gli ultimi anni Matteo Renzi si è vantato sempre di aver mandato a casa il governo Conte in piena pandemia — ha aggiunto il presidente dei 5 Stelle uscendo dall’assemblea di Coldiretti — E oggi che fa? Dice che Conte è interlocutore privilegiato? Per noi di M5S la politica è una cosa seria…». E a chi gli chiedeva se fosse un veto, il leader del M5S ha risposto ribadendo: «È una cosa seria». Renzi e il leader pentastellato non si sono mai amati. Il primo screzio nasce con un intervento di Renzi al Senato nel giugno 2018. «Lei è un premier non eletto, potrei dire un collega. Ma nessuno le nega la legittimità perchè non ce n’è motivo», sottolineava Renzi ricordando come, nella precedente legislatura, proprio Movimento 5 Stelle e Lega erano soliti attaccarlo in quanto presidente del consiglio non eletto da nessuno. Poi vari screzi in Parlamento, fino ad arrivare alla caduta del Governo.
Il Pd
Le puntualizzazioni arrivano anche dal Pd: «La coalizione di centrosinistra e dei progressisti si costruisce sui programmi», ripete il senatore Alessandro Alfieri, membro della segreteria di Elly Schlein. «È il lavoro fianco a fianco e sul territorio che sarà decisivo per la costruzione dell’alternativa credibile di governo», sottolinea Alfieri. «È importante che Matteo Renzi abbia preso atto che c’è un sistema bipolare. Bisogna tenere presente che le soluzioni calate dall’alto non funzionano, serve un programma di governo credibile». E se il programma è ancora tutto da costruire, per Gentiloni però «La convergenza c’è». E’ il momento di «tornare a parlare di centrosinistra», dichiara il commissario Ue del Pd, come a voler archiviare il nome “campo largo”.
I verdi
Anche il leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni, non sembra favorevole all’idea di includere Matteo Renzi nel campo larghissimo: «Non si tratta di scetticismo, ma la politica non è una partita di calcio. La politica si fa parlando di cose concrete. Questa discussione, condotta in questi termini, è tossica».
Rottura in Italia viva?
Questa situazione ha suscitato dibattiti tra i militanti e i dirigenti di Italia Viva, che chiedono nuovi congressi per valutare un possibile cambio di rotta. Tra i critici ci sono Luigi Marattin, che contesta il «cambio radicale di linea» a favore di «un’alternativa al bipolarismo». Nonostante il malumore di alcuni, Renzi sembra deciso a proseguire per la sua strada: «Mi aspettavo tutto questo caos e va benissimo: siamo qui per discutere di politica, e sono felice di confrontarmi con chi la pensa diversamente. Ma il mio compito, da leader politico, è fare proposte e indicare una direzione, mettendoci la faccia come ho sempre fatto».
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